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Dieci persone detenute nel carcere di Verbania hanno meditato sulla passione di Gesù, rendendola attuale nelle loro esistenze.  Saranno proprio loro il 5 marzo, lungo la via Crucis che sale al Sacro Monte Calvario, a leggere le riflessioni che hanno scritto con l’aiuto di due volontarie della Casa circondariale e del Cappellano del Carcere don Giovanni Antoniazzi.   

La direttrice della casa Circondariale di Verbania Stefania Mussio, convinta che l’elemento spirituale sia una componente importante in qualunque persona e quindi anche nelle persone detenute, con il vicepresidente dell’ente di gestione dei Sacri Monti del Piemonte Maurizio De Paoli, raccogliendo l’invito del rettore del Calvario don Michele Botto, si è impegnata nell’organizzare la partecipazione con le persone detenute a una domenica delle vie Crucis Quaresimali al Sacro Monte Calvario.  

Le motivazioni dietro all’iniziativa

«Abbiamo pensato – spiega la Direttrice del carcere – che sarebbe stato importante esprimere le riflessioni secondo i sentimenti che si provano nella detenzione. La realizzazione del progetto è possibile grazie anche alla sensibilità e all’attenzione della polizia penitenziaria».

«Per i detenuti è stato un momento molto importante» dice il cappellano don Giovanni, che prosegue: «Si sono immedesimati nel Salvatore del mondo, per noi cristiani. Gesù attraverso la sofferenza ha portato qualcosa di migliore nel mondo. Così anche chi soffre può sentire vicino la presenza del Signore. Si tratta di detenuti che già possono uscire per il percorso riabilitativo. Hanno aderito anche persone non credenti o di altre religioni».  

Il pensiero di un detenuto

Alla conferenza di presentazione, avvenuta il 24 febbraio, era anche presente un detenuto che ha scritto una meditazione. 

«Grazie alla direttrice – dice – che ci dà l’opportunità di fare tante cose, alle volontarie Annalisa e Silvana che ci sostengono moralmente e al cappellano. È stata una bella emozione nuova; la fede – ha ammesso – mi è stata trasmessa dalla mia famiglia, da bambino seguivo il catechismo e frequentavo l’oratorio». 

«Un grande grazie va alla direttrice del carcere – prosegue il comandante del reparto ispettore superiore della Casa Circondariale di Verbania Simone Paolucci -. Senza una figura – conclude – che dia uno stimolo e mantenere i rapporti con l’esterno non potremmo mai realizzare queste iniziative, il carcere è visto come un mondo a sé, sta nella capacità di chi dirige l’istituto di creare un ponte con l’esterno e concretizzarlo».

Appuntamento al 5 marzo

Un appuntamento, quello del 5 marzo, che il Rettore del Sacro Monte Calvario invita a vivere andando oltre la curiosità, spingendosi ad una riflessione sulla realtà della detenzione «che non è la realtà della punizione per ciò che hai fatto ma un cammino dove ti prepari a capire che nella vita si può sbagliare e si può ricominciare. I detenuti non si devono sentire soli, c’è una comunità che li sostiene e li incoraggia a vivere il tempo della detenzione, come un tempo della speranza».

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