di Daniele Giaime, presidente del Centro servizi per il territorio
Le parole del Vescovo in occasione dell’omelia per il Santo patrono di Novara sono di grande impatto ed arrivano al momento giusto, anche nella storia della nostra realtà, quella dei Centri di servizio per il volontariato.
Punto di raccordo per il non profit locale, costituiamo, da oltre vent’anni in tutto il Paese un vero e proprio presidio che permette di sostenere le realtà associative, ma anche di osservarle da un punto di vista d’insieme (sono 49 le realtà italiane).
Monsignor Brambilla, da San Gaudenzio, parla di un volontariato che non deve perdere la propria anima di generosità, e che, pur nella naturale trasformazione del suo tempo, deve essere capace di restare un elemento distintivo per la persona, nel senso più alto e nobile del termine. Il volontario deve sentirsi speciale, perché quell’azione, libera e gratuita, gratifica la sua anima in un contesto di socialità. Perché lui è parte di quella comunità alla quale offre il suo tempo.
La carità, in questa logica, si potenzia attraverso l’opera del singolo che si mette in moto per la collettività.
E poi, tra i pensieri del Vescovo, ci sono i giovani, che vanno capiti, accompagnati in un cammino che renda le loro esperienze importanti, formative. Che li faccia crescere come cittadini e che li faccia esistere, come volontari. Facciamo tesoro delle parole del Vescovo e, in quanto rappresentanti dei Centri di servizio, le uniamo a quelle dette all’incontro svoltosi, a Firenze, durante il quale è stato presentato un vero e proprio ‘Manifesto per fare bene insieme’.
Un percorso in cui si è partiti dalle esperienze dei Centri, sui territori, di questi primi venti anni di storia per proporre un’idea condivisa del sociale del futuro, oltre ad una fotografia del sociale che già abita le nostre città. Un mondo del volontariato che sta cambiando, che punta ad un incontro con forme di partecipazione nuove, senza però rinunciare alla propria natura.
Una sfida difficile ma assolutamente necessaria da accettare per continuare a rafforzare il senso di comunità attraverso quell’azione volontaria, libera e gratuita. Consapevoli che soprattutto i ragazzi tendono a praticare forme partecipazione in cui si bypassa l’intermediazione e si sceglie direttamente, senza passare per le associazioni, in che modo spendere il proprio impegno volontario, accogliamo, come Centri e come società civile, questa nuova visione, volgendola in positivo. Che siano quegli eventi, sporadici, ma significativi a far scattare nei giovani la voglia di impegnarsi, di ingaggiarsi in un qualcosa di più strutturato, come le realtà associative.
Il volontariato episodico può essere una forma che si accosta al volontariato tradizionale e non lo esclude. Può essere un trampolino di lancio per nuove esperienze future. Con una differenza tra volontariato continuativo in termini di sacrificio, tempo, impegno richiesto profondo e costante, il cui valore aggiunto è di tipo sociale e si acquisisce a livello umano e quello episodico che ha una fine, è fluido e non richiede una ristrutturazione del quotidiano. Queste nuove forme di volontariato esaltano la dimensione soggettiva dei volontari.
E’ vero che il soggettivismo non è per forza una cosa negativa ma (citando il professor Ambrosini) il volontariato individuale arriva via internet ed è più soggetto ad auto rappresentazioni della solidarietà che sono meno approfondite. E’ più fragile. ll compito delle organizzazioni strutturate resterà fondamentale nell’intercettare le nuove forme di volontariato episodico.
Queste possono aiutare la transizione dalla spontaneità all’organizzazione. Il punto resta il passaggio dall’impegno occasionale a quello continuativo. In questa ottica, di collaborazione e moltiplicazione della forze per il bene comune, è nato, a fine 2022 il coordinamento piemontese dei Centri si servizio e, con lo spirito di avvicinare le persone il più possibile alle organizzazioni, utilizzando progetti concreti come essenziale punto di incontro fra domanda e offerta.
L’articolo su tutte le edizioni del nostro settimanale in edicola venerdì 10 febbraio, con approfondimenti e interviste dedicate al mondo del volontariato sul territorio della diocesi di Novara. Il settimanale è disponibile anche online.