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«Un evento epocale, storico e destinato a cambiare la città». Canelli non ha lesinato e a ragione stando il contesto l’entusiasmo per parlando durante la conferenza stampa terminata alcuni minuti fa a Roma nel corso della quale Silicon Box ha confermato lo sbarco a Novara con un impianto di alta tecnologia, per la produzione di semiconduttori.

Il sindaco, più che sull’investimento pur enorme da 3,2 miliardi di euro e sul numero dei dipendenti (anche questo estremamente tangibile: 1600), si è concentrato sul portato complessivo per il territorio e la città: «investimento strategico di prevalente interesse nazionale – ha detto – ma che darà avvio ad una serie di ulteriori investimenti sul territorio. Da Silicon Box nascerà un ecosistema che metterà al centro la città di investimenti in questo ambito».

La ragione del discorso di Canelli deriva dalla tipologia dell’impianto. I Chiplet che usciranno dall’impianto di Novara di fatto sono “chip fatti da chip”, una sorta di puzzle di processori con differenti specializzazioni che verranno forniti da chi disegna gli stessi semiconduttori. «per questo – ha detto il sindaco – possiamo pensare che anche altri protagonisti di questo ambito tecnologico trovino interesse ad avvicinarsi allo stabilimento che Silicon Box costruirà a Novara».

Lo scenario è estremamente promettete anche per tantissime altre ragioni. Aumenterà a dismisura il bisogno di ingeneri e tecnici con elevata specializzazione il che richiederà investimenti nel settore della formazione, ci saranno spese operative (6 miliardi di 15 anni) che ricadranno sul territorio «per non parlare della struttura urbanistica e sociale – ha detto Canelli – che chiede trasporti pubblici e nuovi servizi, nuovi asili, nuove abitazioni. Tutto questo cambierà il paradigma di Novara. Il territorio diventerà molto più solido e fecondo anche per la sua attrattività, dando un incredibile impulso all’intera regione»

Parole cui ha fatto eco Alberto Cirio anche lui presente, in qualità di presidente della Giunta del Piemonte appena reincaricato. «È stato un lavoro svolto con dedizione – ha detto Cirio – con il quale abbiamo dimostrato che il Piemonte meritava di essere presa in considerazione. Siamo stati scelti sulla base di un ragionamento pratico e tecnico, sulla base dei numeri e questo è estremamente positivo perché questo apre a nuovi investimenti. L’insediamento di Silicon Box significa davvero l’avvio della Silicon Valley nella nostra regione, come dice anche il fatto che lo stabilimento nasce tra i poli tecnici di Torino e Milano e nella regione che è la sede della Fondazione Italiana dell’Intelligenza Artificiale».

Nel contesto della conferenza stampa non è stata data alcuna notizia sulla sede dello stabilimento. Qualche cosa di più se ne saprà nelle prossime ore, ma appare altamente probabile che l’impianto che sarà collocato su una superficie di centinai di migliaia di metri quadrati, sorgerà nella zona nord di Novara, tra Agognate e Veveri.

In quella zona fino al 2016 si pensava di poter costruire una grande area logistica, 600mila metri quadrati che sono stati sfruttati solo in piccola parte tra mille contestazioni per il consumo del suolo e il basso ritorno dal punto di vista delle ricadute economiche. Difficile che le stesse polemiche possano sorgere intorno al uno stabilimento come quello che si propone di realizzare Silicon Box.

Ma di tutto questo ci sarà tempo di parlare da qui al momento in cui, dopo il via libera dell’Ue all’investimento che il Governo ha messo sul progetto, aprirà il cantiere e prima dell’inizio della produzione. Lo stabilimento dovrebe andare a regime entro il 2028

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