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Tante bandiere con i colori dell’Ucraina, alcune anche in versione ‘mini’, così da poterle sventolare facilmente, tenere in mano o anche nella tasca di uno zaino o di una giacca a vento. E poi striscioni, cartelloni del medesimo colore, giallo e azzurro, con scritte a difesa del popolo ucraino (foto Agenzia Visconti).

Sono state almeno un centinaio le persone che, oggi pomeriggio, venerdì 24 febbraio, hanno partecipato alla manifestazione “Un anno di guerra”, promossa a Novara, in piazza Duomo, dalla comunità ucraina, dalla parrocchia guidata da padre Yuriy Ivanyuta, responsabile delle comunità ucraine nel territorio di Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola, e da tante associazioni del territorio.

Sul palco, a portare vicinanza ai tanti ucraini presenti in piazza (hanno partecipato anche tanti italiani), il presidente della Provincia, Federico Binatti, il vicesindaco Marina Chiarelli, la responsabile regionale della Comunità di Sant’Egidio, Daniela Sironi.

E ancora il presidente del Centro servizi per il territorio di Novara e del Verbano Cusio Ossola, Daniele Giaime e il comandante della Polizia locale, Paolo Cortese, che, sin da subito, si è occupato, con padre Ivanyuta, di dare una mano ai tanti profughi che arrivavano in città, in fuga dall’Ucraina.

A presentare l’evento, la giornalista Cecilia Colli.

«Siete un popolo – ha riferito Sironi – coraggioso, un popolo che difende i suoi figli. Abbiamo visto tutti le ‘colonne’ di donne e bimbi in fuga dal vostro Paese e subito tutti ci siamo attivati per potervi aiutare».

«Ci ha preoccupato e spaventati – ha aggiunto Sironi – come neppure per Natale si sia avuto un giorno di tregua. Era un dovere farlo. Noi saremo sempre con voi».

Il presidente del Cst, Giaime: «sono onorato oggi di essere qui. A tutti voi esprimo il sostegno del Centro servizi per il territorio. Stiamo soffrendo con voi da 365 giorni. Noi ci saremo sempre, sempre al vostro fianco».

La comunità ucraina ha poi letto testi, poesie ed eseguito brani musicali nella propria lingua.

In piazza forte la commozione.

Tanti, pensando al Paese sotto ai bombardamenti, avevano il volto rigato dalle lacrime.

Il pensiero, ovviamente, è andato a fratelli, mariti e altri famigliari che sono ancora in Ucraina, molti anche direttamente impegnate a lottare, impegnati in guerra.

«Oggi – ha detto padre Ivanyuta, salendo sul palco – non mi viene da dire ‘buongiorno’. Perché sono 365 giorni, lunghissimi, di guerra, di paura, di bombardamenti, in un clima che crea terrore. Ogni giorno controlliamo le notizie che arrivano dalla nostra terra con timore, con ansia».

«Vi chiedo oggi di capire – ha aggiunto – cosa voglia dire ‘pace’ per il popolo ucraino. Ci hanno portato via il dono della pace».

Il comandante Cortese: «voi tutti siete un baluardo verso principi come la pace, la libertà e la democrazia. Rappresentate di più voi l’Europa che non altri miei connazionali. Per la tragedia in atto questa sera, in accordo con il sindaco Alessandro Canelli, la nostra Cupola si illuminerà dei colori della vostra bandiera». La manifestazione si è conclusa con un forte grido, “Pace”!.

Un invito a pregare per la pace in Ucraina che, tra l’altro, arriva anche dalla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana.

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