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Un convegno – dal titolo “Il Mev tra passato e futuro” – per festeggiare i cinquant’anni del Museo storico etnografico della Bassa Valsesia, che si trova a Villa Caccia a Romagnano Sesia.

Il sindaco di Romagnano

Il sindaco di Romagnano Sesia, Alessandro Carini, nel suo saluto ha sottolineato che «oggi non è solo la festa del Museo ma è quella della comunità di Romagnano, perché il Museo raccoglie veramente la storia dei nostri avi, in questo luogo ci sono le fondamenta della nostra comunità.

Pensando alle tre figure principali che hanno fondato il Museo, sono tre persone di cultura attaccate alla nostra comunità. In particolare, due di successo a livello nazionale e internazionale, Maria Prolo e il professor Dionisotti, che però hanno mantenuto il legame con il loro paese Noi che veniamo dopo, abbiamo la responsabilità di mantenere vivo questo ricordo del Museo e soprattutto di mantenere viva la storia della nostra comunità.

Subito dopo è arrivato Carlo Brugo, uomo appassionato fino all’inverosimile del proprio paese, che ha saputo fare opera di divulgazione e Stefano Fanzaga è stato uno dei suoi “figliocci”. E poi Franco Tinelli, che ha assunto la presidenza del Museo. L’impegno, non solo del nuovo direttivo ma di tutti noi, è quello di continuare questa storia, di portarla veramente ai prossimi cinquant’anni, mantenendo sempre un’ottica di apertura al territorio».

La lettera dell’intelligenza artificiale

Il presidente del Museo Alessandro Costanzo ha poi dato lettura a una lettera scritta dall’intelligenza artificiale: «mi domando allora cosa succederà nei prossimi cinquant’anni. E i fondatori di questo Museo, come volevano svilupparlo, quali obiettivi si erano posti all’epoca?».

Gli scopi del Museo ieri e oggi

A questi ultimi interrogativi ha cercato di dare risposta Fanzaga nella sua accurata relazione sulla storia del Museo. Questi gli scopi che si trovano nello statuto del’11 settembre 1973: «raccogliere, conservare e illustrare al pubblico il materiale che si riferisce alla storia locale e alle relative attività artistiche, artigianali, industriali, agricole, folkloristiche eccetera. Tutelare la manutenzione dei monumenti storici e difendere il paesaggio collaborando con le amministrazioni comunali, con le locali Pro loco e ogni altro ente o associazione che si propongono scopi affini.

Intraprendere ricerche, raccogliere documenti che si riferiscono ad avvenimenti e riguardano personaggi illustri del luogo, effettuare acquisti, facilitare depositi, promuovere mostre temporanee, pubblicazioni, proiezioni, concerti, trasmissioni, visite guidati a musei, mostre».

Fanzaga ha sottolineato che oggi, a fronte del rischio di chiusura nostalgica di piccoli club chiusi, le sfide per il Museo sono le strategie di finanziamento, l’apertura al territorio e alle sue risorse culturali, ambientali, turistiche ed economiche, la partecipazione comunitaria.

L’articolo integrale nella pagina dedicata al cinquantesimo del Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia sul nostro settimanale in edicola venerdì 22 settembre con altre notizie dal territorio. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui

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