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Il 25 Aprile e i valori di Costituzione e Resistenza vanno prima di tutto insegnati ai ragazzi a scuola. È la convinzione del professor Alessandro Orsi, presidente dell’Anpi di Borgosesia, uno dei maggiori esperti del tema, con all’attivo numerose pubblicazioni e un numero impressionante di incontri con gli studenti per spiegare loro cosa ha significato la lotta al nazifascismo.

«Non si può pretendere che i più giovani totalmente a digiuno dei fatti di quell’epoca, improvvisamente, partecipino alla celebrazione del 25 Aprile. Certo, questa è una giornata molto importante per la trasmissione di quei valori, ma occorre preparare i ragazzi, raccontare loro cosa è successo. Per questo, solo quest’anno ho tenuto una ventina di incontri nelle scuole. Non solo, bisogna comunicare con forme nuove, e il 22 aprile porteremo tanti giovani sul “sentiero della libertà”, sopra Borgosesia, dove ci sono le lapidi dei partigiani. Faremo vedere i luoghi precisi di quelle battaglie, racconteremo le storie dei protagonisti che hanno dato la vita per la libertà. Bisogna rendere viva quella memoria, fare appassionare i più giovani a quella storia».

Il problema maggiore per l’Anpi è oggi quello di raccontare la lotta della libertà senza i protagonisti: «Con il passare degli anni chi ha lottato e combattuto non c’è più: sono rimasti in pochissimi, ed ormai in condizioni di salute complicate. Erano loro i veri protagonisti del 25 Aprile: negli anni scorsi, quando andavo nelle scuole a tenere gli incontri, io mi limitavo ad un’introduzione di qualche minuto, poi interveniva l’ospite partigiano, che sapeva catturare subito l’attenzione perché raccontava l’esperienza diretta, quello che aveva vissuto sulla montagna, gli scontri a cui aveva partecipato in prima persona. Tanti parlavano in dialetto, ma erano così efficaci che non c’era bisogno di nessuna traduzione in italiano, i racconti erano così vivi che coinvolgevano immediatamente chi ascoltava. Da Costanza Arbeja a Wanda Canna a Giacomo Foglia e tanti altri: questi erano i grandi testimonial della Resistenza. Ricordo che le reazioni più appassionate erano quelle dei ragazzini, gli scolari di quinta elementare: da una parte c’era la saggezza e la testimonianza diretta dei partigiani ormai anziani, dall’altra l’ingenuità e la spontaneità degli studenti giovanissimi, uno splendido confronto da cui nasceva una conoscenza autentica della lotta contro il nazifascismo».

Oggi, aggiunge Orsi, venuti meno quelli che la lotta partigiana l’hanno vissuta in prima persona, è disponibile solo la generazione successiva, i figli dei partigiani, che hanno sentito i racconti dei loro padri e provano a raccontarli. «Ma sono sempre personaggi preziosi da portare a scuola, il luogo dove deve iniziare questo processo di conoscenza».

L’articolo con le altre notizie dai territori della Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale, in edicola a partire da venerdì 19 aprile. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero cliccando direttamente qui.

Il racconto del 25 aprile sul territorio, con la cronaca delle celebrazioni e le gallerie fotografiche, sarà sul numero del nostro settimanale in edicola dal 26 aprile, su tutte le edizioni.

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