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Sensibilizzare le aziende sui controlli per aumentare la sicurezza dei lavoratori anche nell’ambito dei cosiddetti “nuovi lavori”, combattere la precarietà e l’adeguamento dei salari. Sono questi alcuni dei temi messi in evidenza dai sindacati per la giornata del 1° maggio. Attilio Fasulo, segretario generale della Cgil si focalizza innanzitutto sulla «questione della precarietà. Ci stiamo impegnando per promuovere quattro referendum per cancellare le leggi sbagliate che hanno determinato, in 20 anni, la debolezza dei lavoratori rendendoli più insicuri e fragili. Lavoro che deve essere più sicuro e più stabile».

Al pari di esso c’è l’impegno concreto per la pace. «Insieme ad altre organizzazioni sindacali stiamo costruendo le condizioni per mobilitazioni a livello territoriale». Un altro fattore riguarda le morti sul lavoro. «Bisogna raggiungere quota zero. Purtroppo c’è un innalzamento dei decessi. Dobbiamo correre ai ripari».

Fasulo parla dei nuovi lavori sul territorio in particolare logistica e riders. «Stiamo costruendo le condizioni per iniziative pubbliche sui riders. Il nostro sindacato si occupa anche di nuove identità di lavoro. Qui le problematiche sono varie, dagli orari, ai rapporti di lavoro, alla sicurezza sulle strada e alle scarse coperture». Un settore in fortissima espansione è la logistica. «Parliamo però anche di appalti e subappalti. Su questo occorre una regia complessiva che tarda a venire perché non c’è consapevolezza in ciò che accade intorno a noi oltre che alla questione legata al consumo di suolo».

Enea Canaj della Cisl fa il punto: «Abbiamo un mercato frammentato. Ci sono settori che hanno molto bisogno di manodopera ma a basso profilo. La logistica mangia suolo e nascono tanti capannoni ma non è prodottiva e il rischio è che tra un po’ di anni ci saranno cattedrali nel deserto. Se solo per appoggio e distribuzione non dà un vero futuro. Bisogna far in modo che sia una logistica che nasca da un settore produttivo o logistica industriale e non solo di servizi». Poi c’è un altro aspetto: «Mancano profili di manodopera qualificata anche per i servizi, penso ad esempio a cameriere o cuochi».

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