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Lo storico evento meritava un risalto adeguato e così è stato.  Ecco pertanto che nell’ambito della edizione 2024 dei Festeggiamenti patronali di San Vittore, il momento centrale d’eccezione per il suo carattere straordinario è stato la solenne inaugurazione del grande intervento di restauro della Basilica.
Il momento ufficiale è stato organizzato da Parrocchia e Comune, a sottolineare il risalto della circostanza non solo per i fedeli ma per la città tutta, che ha recuperato un motivo di valorizzazione e di attrazione dal punto di vista artistico e culturale di cui possono godere i cittadini e gli ospiti.

Il capolavoro del Barocco è di fatto tra gli edifici religiosi più belli della Diocesi e il pregevole restauro  protrattosi con il massimo impegno per oltre otto anni e conclusosi con la restituzione dell’interno della chiesa al suo primitivo splendore, suscita l’incondizionata ammirazione generale. 

A fare gli onori di casa il parroco don Costantino Manea il vescovo Franco Giulio e il vicario generale mons. Fausto Cossalter, tutte le principali autorità cittadine e territoriali e un folto pubblico.
Gli interventi

l vescovo Brambilla è intervenuto per sottolineare l’eccezionalità dell’evento con una relazione sul tema “Lo splendore del Barocco in un’epoca di crisi e cambiamento”. 

«Vorrei proporre una lettura dell’età del Barocco che la collochi entro i rivolgimenti della modernità – ha detto il vescovo -, per comprendere come, nel breve volgere di tempo, si passi dall’armonia e dalla solarità del Rinascimento allo splendore e alla magnificenza del Barocco».

Tre i mutamenti radicali richiamati dal vescovo che definiscono gli elementi artistici del Barocco e nel contempo segnano l’inizio della modernità. «Che nasce – ha spiegato – sotto il segno di tre rivoluzioni: geografica (con la scoperta delle Americhe), scientifica (con il sistema copernicano) e religiosa (con la Riforma protestante e la Controriforma), che decentrano rispettivamente l’unicità dell’Europa, la centralità della terra, l’unità della fede cristiana. Sono tre cambiamenti strutturali che, iniziati nel Cinquecento, giungono a maturazione nel Seicento con un primo tentativo di riassetto storico-culturale-politico, ma che poi sfoceranno nella seconda metà del Settecento con l’Illuminismo e la Rivoluzione francese, tentativo radicale di un nuovo cominciamento».

Ad intervenire anche il progettista e direttore dei lavori, l’architetto Cesare Vicari, che ha sottolineato come le difficoltà incontrate per la complessità dell’intervento siano state superate consentendo una esecuzione ottimale di ogni parte del restauro. 

I finanziatori

I lavori sono stati realizzati grazie al cospicuo contributo della fondazione Cariplo (rappresentata in basilica da Davide Maggi); cui si sono aggiunti i contributi dei fondi diocesani dell’8 per mille; della Fondazione Comunitaria del Vco (rappresentata dal presidente Maurizio De Paoli); della Fondazione CRT e da generose offerte degli intresi, segno dell’affetto degli abitanti per il simbolo della loro città. Al termine un momento conviviale e di festa all’asilo parrocchiale.

L’articolo, con altre notizie dai territori della Diocesi di Novara, sul nostro settimanale, in edicola da venerdì 17 maggio. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero qui.

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