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Nel silenzio del Monastero si prepara il Giubileo. Nella preghiera, nell’ascolto silenzioso, nella vita quotidiana alla presenza del Signore, scandita dalla salmodia, si lavora quotidianamente, nel chiostro, al Giubileo, non meno che nella ‘prima linea’ della pastorale. Ma… chi è veramente in prima linea?!
Sì, forse non lo si pensa, ma la preparazione delle claustrali al Giubileo del 2025 è a orizzonte ampio: abbraccia la Chiesa, e il mondo, proprio perché non è così fisicamente in gioco all’esterno. È un’esperienza forte, la preparazione all’evento giubilare in monastero, che ci coinvolge profondamente, sia a livello comunitario che personale, nel rapporto giornaliero di incontro del Signore. E non riguarda solo noi. Ma ci chiama in causa, in quanto riguarda tutti, c’è in gioco l’interesse e il cuore di tutti, la vita di tutti. Perché tutti ci appartengono, in Cristo.

Anche se le monache di clausura nel 2025 non lasceranno fisicamente il monastero per recarsi in santuari o luoghi santi, per varcare le porte sante delle basiliche romane o del mondo, avventurandosi in pellegrinaggi che ‘segnano’ indelebilmente la vita, questo non vorrà dire che, nel silenzio del Monastero, non vivremo pienamente il Giubileo, anzi! La speranza non delude (Rm 5,5). Non confonde e non illude. Siamo figlie della Chiesa, anche noi sempre in cammino, nonostante ai più, a chi guarda al monastero magari da lontano, con un po’ di scetticismo, possa sembrare il contrario.

Lungi dal vivere in modo statico e sedentario, come spesso si pensa, ritenendo per lo più una vita chiusa e limitata, quella di noi claustrali, al contrario, il cammino del Giubileo del prossimo anno ci chiama in causa, ci sta a cuore, ci entusiasma. Ci mettiamo anche noi in cammino, assieme a tutti i pellegrini di speranza che puntano alla luce della porta santa: senza uscire dal Monastero, varcheremo anche noi la ‘nostra’ porta santa, quella del Coro monastico, per unirci, nel Signore, ad ogni cuore aperto alla speranza e alla grazia che ci investe, dall’alto. La porta santa è Gesù, nostro Salvatore. Questa è la vera Porta Santa.

Decidiamo allora, una volta di più, di entrare in questo divin Cuore che ci aspetta, ci desidera, ci chiama, ci riserva un posto molto speciale nel 2025. Vivere il Giubileo sarà, così, per usare espressioni care a Papa Francesco nella nuova Lettera Enciclica “Dilexit nos”, prima di tutto ritornare al cuore: al Cuore di Cristo, che ci ama infinitamente, al nostro stesso cuore, ritrovandoci, in mezzo alle tante dispersioni e frantumazioni del vivere, e ritornare anche, meglio e di più, al cuore dei fratelli, incontrandoli e lasciandoci incontrare in autenticità, senza finzioni.

Prima di pensare a un cammino e viaggio esterni, crediamo che il primo pellegrinaggio che il Signore ci chiede, in questo Giubileo, sia, nel segno della speranza, questo ritorno vero al cuore. Superare le fughe, le mistificazioni, le autodifese, gli alibi che con facilità accampiamo nei vari ambiti di vita. Per lasciarci finalmente conoscere e trovare dal Signore per quel che siamo in verità. È Lui, Gesù, a incamminarsi per primo verso di noi, è Lui che sempre prende l’iniziativa. E la prenderà con noi, l’iniziativa, in questo 2025, se Lo lasciamo agire.

Aspettiamolo, allora, diamogli tempo e spazio nuovo in questo Giubileo. Apriamogli decisamente e senza timori la porta della nostra anima. E allora, sì, sarà anno santo, veramente santo; sarà vita santa e nuova in Lui. Sarà una nuova nascita nella speranza che ci trasforma e ci rinnova dal di dentro. Nella bolla di indizione del Giubileo Papa Francesco chiede innanzitutto che la speranza ci colmi il cuore. Sta a noi monache pregare perché ogni cuore sia colmato, nella speranza, nella fiducia, dal Signore, veramente scoperto e trovato come il tesoro più prezioso, nel cammino di ciascuno. Nei cammini parrocchiali abbonderanno le iniziative, in questo 2025, in ogni Diocesi, nella nostra Diocesi, in ogni Parrocchia e movimento. Va bene. Ma, l’iniziativa più urgente, adesso, ricordiamolo, è questo ritorno al Cuore:

Tu mi cerchi, Signore,
e io ci sono, ti aspetto.
Tu mi illumini, Gesù,
e io mi vedo senza ombre,
lasciando cadere
ogni ostacolo interno.
Tu mi ami, Dio, e io mi apro
senza paura agli altri,
nella speranza che si colora
di pazienza,
di disponibilità, di donazione.

E la vita cambia, il cuore si dilata, a orizzonti grandi, scevri da egoismi; e scopro, così, che varcare la porta santa è ricevere gratuitamente la Tua gioia, Signore. E la tua gioia mi basta!

Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento di Ghiffa

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