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Dopo la temporanea chiusura dello scorso febbraio, riprendono le attività del Centro di consulenza familiare diocesano Comoli.

I locali della sede rinnovati (all’interno del condominio solidale della Caritas a Novara), un nuovo sito (www.wecarefamiglia.it;[email protected]) e l’offerta di servizi  ripensata: «con l’obiettivo – spiega Margherita Invernizzi, condirettrice dell’Ufficio diocesano per la Famiglia e coordinatrice dell’équipe di operatori -, di mettere al centro la famiglia, accompagnandola e sostenendola». Il gruppo di lavoro del Comoli è formato da una decina di persone, composto da psicologi, pedagogisti, personale sanitario, sacerdoti e legali. «La famiglia è un microcosmo di relazioni, dinamiche, potenzialità e problemi – spiega Invernizzi -. Per poter riuscire a sostenerla nel suo quotidiano è necessario un lavoro di squadra con esperti e professionisti in settori diversi».

Quali sono i servizi che il Comoli offre?

«Il primo grande ambito di intervento è quello del sostegno. Riguarda essenzialmente le situazioni di grande o piccola crisi che possono attraversare le famiglie nelle diverse fasi della vita. Dalle difficoltà di coppia, al doversi ripensare per l’arrivo di un nuovo figlio, sino alle incomprensioni e certe volte agli scontri con i ragazzi adolescenti. Ma anche alle fatiche di fronte alla disabilità. O di fronte ad un lutto. Accanto ad un aiuto psicologico offriremo un supporto legale e un aiuto sul fronte dell’educazione e della genitorialità».


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Tra i settori di intervento c’è anche quello che riguarda quelle coppie che cercano una risposta ai problemi dell’infertilità.

«È una strada lunga e complessa che parte dalla constatazione dell’impossibilità di avere figli e può approdare  alla fecondazione assistita. Una strada nella quale spesso le coppie si sentono sole. Ecco, il nostro obiettivo non è fornire una consulenza medica, ma una vicinanza psicologica e un confronto sui nodi etici che alcune scelte comportano».

Affido e adozione sono gli altri due capitoli che riguardano l’impegno sul tema della generatività.

«Sì, e si tratta di due temi che sono a cavallo con il secondo grande ambito del nostro lavoro, che si affianca al sostegno: quello della promozione. Offriremo un aiuto concreto a quelle coppie o famiglie che si vogliono aprire ad un’adozione o a un affido, anche con l’aiuto di altre che hanno già fatto questo passo. Ma ci occuperemo anche di promuovere una scelta che apre a nuovi modi per essere famiglia e per vivere la propria fecondità oltre la procreazione, con incontri nelle parrocchie».

Questo secondo grande ambito – la “promozione” – è legato a doppio filo proprio alle parrocchie ed è forse  la più grande novità nel lavoro del Comoli. Quali temi toccherà e chi sono gli interlocutori?

«Pensiamo ai gruppi famiglia, ai corsi di preparazione al matrimonio, ma anche ai gruppi della carità e a quelli giovanili. Offriremo possibilità di fare nella nostra sede (ma anche direttamente in parrocchia) percorsi di educazione alla sessualità e all’affettività, o di formazione alla genitorialità. Un progetto particolare riguarderà il mondo della disabilità: laboratori con figli e genitori insieme. Per ogni percorso, e ancora di più nel caso di gestione di casi di famiglie in difficoltà, il Comoli affiancherà le comunità, ma non potrà mai sostituirle. Dovrà essere un lavoro in sinergia con sacerdoti e laici impegnati in parrocchia».

Queste proposte di formazione e promozione riguarderanno solo le parrocchie?

«No. In realtà la prima ad essere partita è “Make it Shine!”, un percorso di educazione all’affettività e alla relazione, avviato con gli alunni della scuola media Immacolata di Novara».

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