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Un «uomo della parola», per come sapeva lasciare il segno – con stile asciutto ed immediato – nelle omelie e degli interventi; ed insieme un «uomo dell’ascolto», perché riusciva a entrare in sintonia con tutti. Ricorda così don Gianni Colombo, chi lo ha conosciuto da vicino.

I tratti della figura di don Gianni Colombo, sono stati ricordati dopo la morte del sacerdote della diocesi di Novara, don Gianni Colombo, scomparso a 78 anni nella serata di venerdì 27 gennaio a Saluzzo nella Comunità Cenacolo di suor Elvira, dove era ospite da qualche tempo e alla quale era molto legato. E sia aggiungono a quelli del vescovo Franco Giulio Brambilla, che durante l’omelia del funerale di don Gianni Colombo ha ricordato l'”insegnante, l’oratore e il pastore”.

«Capace di parlare a tutti» 

«Ho incontrato don Gianni come assistente spirituale della nostra associazione – racconta Paolo Cattaneo, dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti -. Ha ricoperto questo ruolo per 25 anni. Era un uomo della parola, capace di parlare a tutti. Lo racconta bene un episodio: un’amica, lontana dalla chiesa, lo conobbe in occasione del funerale del padre. L’averlo conosciuto e ascoltato predicare, anche se in un’occasione così dolorosa, riaccese in lei la voglia di proseguire nel suo cammino di fede. Ma è stato anche un uomo della testimonianza, per il modo in cui ha abbracciato la croce negli anni della malattia».

Don Gianni in famiglia

Era così anche in famiglia. Lo ricorda il fratello Carlo: «Anche andando con la memoria a quando eravamo bambini – dice – non ricordo mai una discussione con Gianni. La sua bontà d’animo la si vedeva proprio in questo stile delle relazioni. Era così con noi in famiglia, in particolare era molto legato ai suoi nipoti. Ma anche con gli altri. Non ha idea di quanti mi hanno chiamato per dirmi quanto sia stato importante incontrarlo: sapeva ascoltare e accompagnare tutti. Credo sia stato un punto di riferimento per tanti».

Gli anni al Santa Lucia 

Emanuela Rossi, presidente della Comunità per minori Santa Lucia, lo ha conosciuto negli ultimi anni di impegno di don Gianni nella struttura, della quale è stato presidente per molti anni. «Lui e suor Eugenia Rava, sono stati cuore e anima del Santa Lucia di quell’epoca», racconta. «Di don Gianni ricordo in particolare come gli piacesse accompagnare i ragazzi nelle escursioni in montagna, a Valdo, in Val Formazza, dove il Santa Lucia ha una casa. Stava con i bambini e camminava con loro. Ricordo una persona dolce e intelligente».

Insegnante esigente e preparato

Don Gianluigi Cerutti – per anni segretario del vescovo Renato Corti e oggi parroco a Borgosesia -, lo ricorda sin da quando era in Seminario. «Era il mio insegnante di liturgia e teologia sacramentaria – racconta -. Era un docente esigente. In seminario in quegli anni gli esami si davano davanti ad una commissione. Affrontare lui e don Mario Perotti era davvero impegnativo per noi studenti. Ma ricordo anche la passione e la preparazione non comuni nell’insegnamento». Poi, la frequentazione accanto al vescovo Renato. «Da prete – prosegue -, ho raccolto da lui la responsabilità nell’organizzazione della formazione dei sacerdoti giovani e ho avuto modo di conoscerlo meglio durante i lunghi anni nei quali sono stato segretario di mons. Corti. Di quel periodo mi restano in mente la sua preparazione pastorale e soprattutto la sua empatia, che lo portava a condividere in prima persona le preoccupazioni e la fatica del vescovo Renato».

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