Per “60 minuti d’autore”, è stato presentato a Romentino “Recito Ergo Sum” di Gianni Dal Bello (Mediaper Edizioni).
Un viaggio in compagnia delle voci principali della storia del teatro, per scoprirne segreti, curiosità ed emozioni.
«Un libro magico – lo ha definito la moderatrice dell’incontro Eleonora Groppetti – come magica è la materia trattata, nel quale si incontrano teoria e pratica».
Attore, regista, musicista, scrittore, artista poliedrico, l‘autore riprende nel titolo uno spettacolo di 25 anni fa.
Sulla scena, allora, una valigia e un foglietto con la famosa citazione di Cartesio, con la consapevolezza che «in ogni istante della nostra vita stiamo recitando».
Nelle pagine di oggi, un palcoscenico ideale e ancora una valigia da riempire. «Ho pensato alla mia idea di teatro – ha affermato Dal Bello – a chi mi ha formato, quali letture e quali riferimenti, anche televisivi».
Una passione nata nell’infanzia con le mascherine della Commedia dell’Arte, «compagne di avventure», raffigurate sulle scatole di latta dei biscotti. E con le marionette di un teatrino, con il quale il gioco si è trasformato in rappresentazione.
Nel volume, saggio e romanzo, l’incontro con Eduardo, Goldoni, Stanislawskij, Molière e tanti altri è il pretesto per ritrovare le origini del teatro legate al rito e seguirne l’evoluzione nella dimensione in cui «qualcosa di finto deve sembrare molto vero».
In copertina, l’omino con l’ombra “diversa” rivela che «ciò che si vede non è necessariamente quello che si vuole far vedere».
Dal Bello definisce il teatro con le parole di Grotowski: «E’ il flusso di energia che si crea tra un attore e almeno uno spettatore. Possiamo fare a meno dei testi, della musica, delle luci, anche del regista. Ma se non rispettiamo questa formula, non c’è teatro».
Un libro adatto a tutti, per la recitazione e il divertimento, o semplicemente per parlare in pubblico. Dal Bello ne ha dato prova coinvolgendo il pubblico in alcuni esercizi di respirazione e fonetica.
L’ultimo appuntamento con la rassegna è per il 27 aprile, con Giulio Galli e “Io non posso uccidere”.