Antiche usanze, radicate nella Fede, che a Malesco rivivono grazie ad un gruppo di persone che continuano con impegno a portarle avanti, trasformandosi anche in “acrobati”. Proprio così, perché per allestire il sepolcro nella chiesa di Malesco non bisogna soffrire di vertigini. Lunedì 3 aprile alcuni parrocchiani hanno dato vita a quella che in paese è un’antica usanza. Per “sepolcro” s’intende l’altare o la “cappella della reposizione”, ed è destinato ad accogliere le “specie eucaristiche” consacrate e a conservarle sino al pomeriggio del Venerdì Santo quando, al termine della liturgia penitenziale, vengono distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale.
La fatica di portare avanti una tradizione
«Siamo rimasti in pochissimi e tutti di una certa età, la speranza è che qualche giovane prenda a cuore la cosa e che gli si possa passare il testimone, affinché anche l’allestimento del sepolcro non vada a finire nell’oblio», spiega Ezio Ferrari, uno degli organizzatori. Si diceva, un lavoro da acrobati: «I tendoni e i paramenti – racconta Ferrari – devono infatti essere fissati ad un’altezza di una decina di metri. Per fortuna usiamo scale moderne ma una volta con quelle in legno era una bella impresa». Il sepolcro rimarrà allestito fino a lunedì 10 aprile, poi verrà smontato. Ezio Ferrari e il gruppetto di parrocchiani, oltre al sepolcro, realizzano a Natale un caratteristico presepe (che ha come particolarità un gioco di specchi che ne esalta la profondità della scena) e si occupano di montare anche l’antico catafalco, i cui pannelli istoriati sono stati realizzati tra il 1845 ed il 1851.
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