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Le parrocchie di Campino e Someraro, con tutta la Chiesa novarese, piangono la morte del decano dei preti diocesani. È morto oggi, domenica 14 aprile, don Aldo Gaddia: 100 anni compiuti lo scorso mese, 63 dei quali passati come parroco delle due comunità del lago Maggiore.

Il funerale, presieduto dal vescovo Franco Giulio Brambilla, sarà celebrato nella chiesa di San Leonardo a Pallanza mercoledì 17 aprile alle ore 15.30, dove da qualche tempo risiedeva accudito dai familiari. Nel giorno precedente sarà recitato il santo Rosario alle ore 18.30 nella chiesa di san Giuseppe a Pallanza, dove sarà allestita la Camera ardente dal pomeriggio di lunedì 15 aprile.

L’amore per Dio e per l’Uomo

A raccontare molto della figura del sacerdote, il messaggio che aveva mandato alle sue comunità in occasione della festa per i suoi 100 anni, celebrata nella chiesa di San Grato a Campino, quando era stata scoperta una targa a ricordo del suo ampio ministero sacerdotale.  «Vorrei che ogni essere umano possa essere o diventare contento. La presenza di uno può essere la felicità di un altro – scriveva – . Vorrei lasciare questo mondo in festa, amicizia e contentezza perché l’aldilà possa essere entrata trionfale di un essere creato da Dio per essere felice e torna a Dio per rimanere felice per l’eternità».

Una vita intera per la sua gente

Don Aldo era nato a Soresina, in provincia di Cremona, il 5 marzo 1924. Negli anni dell’infanzia si era trasferito, con la famiglia, a Stresa, dove maturò la sua vocazione. Ordinato il 28 giugno 1947 a Novara da mons. Leone Ossola, dopo i primi mesi sacerdotali vissuti nella parrocchia di Santo Stefano di Pallanza, avrebbe svolto il suo ministero come vicario parrocchiale a Cerano e, l’anno successivo, come vicario nella parrocchia di San Marco nel Centro Città di Novara. In questi anni aveva proseguito gli studi con il Triennio nella sezione di Apologetica alla Facoltà Teologica di Milano.

Nel 1950 diverrà parroco di Campino e Someraro, sulle alture alle spalle di Stresa e Baveno, rimanendovi fino al 2013. Sarebbe seguito il periodo della quiescenza, prima nella casa parrocchiale di Campino quale ‘parroco emerito’ e, dal 2019, a Pallanza.

La passione per la musica

Ad accompagnare la sua vita e il suo ministero è sempre stata una grande passione per la musica (aveva ottenuto la licenza in teoria e solfeggio con un corso complementare di pianoforte). «In realtà quello musicale e quello artistico in generale – scrive in una nota di ricordo il vicario episcopale per il clero e la vita consacrata don Franco Giudice –, dopo quello sacerdotale, era l’ambito di vita a lui più consono. Ricca la sua produzione musicale quale compositore, in particolare nel campo liturgico, e ampia è stata anche la sua attività concertistica».

Così come «non va dimenticata – aggiunge don Giudice – la sua assidua collaborazione ai Settimanali diocesani. Domandiamo al Signore che possa accoglierlo presso di sé ricompensandolo per il suo impegno, pastorale e artistico, a favore della nostra Chiesa diocesana».

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