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Quarantaquattromila accessi annui. Tanti sono stati al Pronto soccorso  – Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’Ospedale Santissima Trinità di Borgomanero. I dati sono stati comunicati dal direttore dottor Claudio Didino e si riferiscono al 2022.

Dei 44.000 accessi, il 2%, cioè 880, sono stati di codice rosso; il 10%, 4400, di codice giallo; il 20%, 8800, di codice azzurro; il 58%, 25520 di codice verde; il 10%, 4400, di codice bianco.

Mediamente ogni giorno 120 persone si rivolgono alle strutture del pronto soccorso e si arriva punte di 40 presenze contemporanee. Nel consegue che gli spazi non sono sufficienti. Per questo sono appena iniziati lavori di ampliamento del Pronto soccorso ed anche del reparto di Anestesia e rianimazione.L’operazione è legata del Decreto Legge 34/2020 di riorganizzazione della rete ospedaliera per di affrontare e contrastare la pandemia. Infatti sono stati predisposti due ingressi: uno specifico per le persone colpite da pandemia, un altro per gli altri pazienti: «Il Coronavirus ha indotto a fare queste scelta – ha spiegato il dottor Davide Colombo, direttore della struttura di Anestesia e Rianimazione – utile per questo periodo (è stata superata la fase critica della pandemia, ma il virus non è debellato del tutto, ndr), ma che rimane investimento per il futuro».

L’importo complessivo dei lavori ammonta a 2.018.000 euro (dal Decreto legge 34/2020 riguardante il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera) di cui 970.000 euro con fondi propri. L’immobile è posto a lato del pronto soccorso e presso l’attuale anestesia. La sua superficie complessiva di 700 metri quadrati ed è suddiviso su due piani.  Il piano terra di ampliamento del Dea per 350 metri quadrati nei quali saranno ricavati 4 posti letto di Terapia semintensiva ed altri sei posti letto di Dea oltre a locali accessori.

Il primo piano di ampliamento della Rianimazione anch’esso di 350 metri quadrati nei quali saranno ricavati 4 posti letto di Terapia intensiva, studi medici e locali accessori.Ditta aggiudicataria dell’appalto è la Novicelli (capogruppo) di Brescia con la Salc (sede legale Milano) quale “mandante”. I lavori saranno conclusi prima della fine dell’anno. Direttore lavori è l’architetto Silvano Bonelli, direttore della Struttura complessa tecnico patrimoniale dell’Asl Novara, che spiega: «Gli interventi consentiranno di integrare gli spazi delle attuali attività sanitarie, ottimizzando le stesse e migliorando il comfort tecnico abitativo con la realizzazione di impianti speciali secondo le recenti tecnologie prestazionali ed energetiche. Le nuove aree – poste su due livelli differenti – saranno strettamente collegate tra loro ma garantiranno un’indispensabile separazione e autonomia rispetto agli altri reparti Ospedalieri per gestire con la necessaria sicurezza, l’emergenza sanitaria per contrastare la pandemia da Sars-Cov2».

Angelo Penna, Direttore generale Asl Novara, ha aggiunto: «I lavori, grazie all’ampliamento dei reparti Anestesia e Rianimazione e Medicina e Chirurgia e d’Accettazione e d’Urgenza, rappresentano un ulteriore tassello per garantire una sanità sempre più efficiente e di qualità sul nostro territorio e per affrontare le emergenze sanitarie. La messa a disposizione di nuovi posti letto dedicati all’emergenza rappresentano un’ulteriore risposta di salute per la popolazione del nostro territorio, nonché completeranno l’incremento della dotazione di ulteriori 14 posti letto ad alta intensità del Santissima Trinità».

“Non si trovano medici e nemmeno specialisti”

La carenza di personale si fa sentire in ogni settore della sanità italiana, ospedali e medici sul territorio. Le cause sono diverse, non ultimo il numero chiuso imposto alle facoltà universitarie di medicina. Al pronto soccorso di Borgomanero, per esempio, sono addetti 14 medici e i due anche hanno lasciato recentemente non sono mai stati sostituiti. Ci sono 42 infermieri e 12 operatori socio sanitari (Oss). Tutti per un impegno senza soluzione di continuità a fronte di 44.000 prestazioni l’anno, quelle del 2022, livello che tende a crescere.

La dottoressa Arabella Fontana, direttore medico di Presidio ospedaliero, osserva: «Noi facciamo i concorsi e quasi sempre vanno a vuoto. Non si trovano medici e tanto meno medici specialisti». Ci sono reparti in particolare difficoltà? «Lo sono un po’ tutti, ma ora potrei citare la pediatria, ma anche la radiologia, l’urologia, ma si può continuare, il problema è generale». Altre questione gli spazi insufficienti. Ci sono reparti che sono ancora nella Palazzina 1911: 1911 è proprio l’anno di costruzione, cioè oltre una secolo fa.

Per questo da tre anni si prospetta ulteriori investimenti per 17 milioni di euro. Secondo quando quanto ha annunciato, sin dal 2019, Luigi Icardi, assessore regionale alla Sanità, in futuro, nell’area del parcheggio interno all’Ospedale, si dovrebbe realizzazione un nuovo Padiglione collegato a quello centrale già esistente, dove saranno trasferiti i reparti attualmente presenti nella Palazzina storica “1911”, il Centro Unico Prenotazioni e la Farmacia ospedaliera.

Nel progetto anche il recupero e la riqualificazione della Palazzina “1911” per attività ambulatoriali e servizi accessori (mensa, bar, negozi). Previsto inoltre l’ampliamento della Palazzina Materno Infantile con nuove sale operatorie complanari alle sale parto, in osservanza ai disposti normativi per l’accreditamento dei punti nascita.

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