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In occasione dell’ottavario di San Clemente si sono svolte le diverse serate di riflessione e preghiera.
Martedì 15 novembre è stato invitato Mario Metti, responsabile dell’Associazione Mamre di Borgomanero, gruppo nato nel 1996 con l’apertura di una casa di accoglienza per donne vittime di violenza e persone senza lavoro e senza dimora.
Insieme ad altri volontari e grazie all’aiuto dei concittadini, Mario ha preso parte a diversi viaggi di aiuto in Bosnia Erzegovina, ai profughi della rotta balcanica e quest’anno alla popolazione ucraina, portando pacchi di generi alimentari, materassi e generi di prima necessità nei punti di accoglienza al confine tra Ucraina e Polonia.
Un pensiero di papa Francesco ha fatto da filo conduttore alla riflessione: “Dove non c’è la giustizia, non c’è la pace” e, attraverso le fotografie scattate durante i viaggi di aiuto, ha stimolato l’assemblea ad interrogarsi sulla mancanza di giustizia, non solo là dove c’è la guerra ma anche in luoghi e situazioni molto vicine a noi. La pace è un lavoro e c’è bisogno che ognuno si impegni per costruirla.
Nella serata di mercoledì i coniugi Marco e Margherita Invernizzi, responsabili della pastorale familiare della nostra diocesi, hanno portato la loro esperienza di sposi e genitori per riflettere sul significato e il valore del sacramento del matrimonio e l’importanza della famiglia in questo tempo di cambiamento epocale. Quella al matrimonio è una vera e propria Vocazione ed anche se la società di oggi in continua evoluzione non sostiene questa scelta di vita a due, non va dimenticata l’importanza di questo Sacramento.
Spesso viene celebrato “per tradizione” ma in questo senso ciò che è importante non è “adorare la cenere ma tener vivo il fuoco” affinché nel matrimonio cresca la comunione degli sposi che si donano l’un l’altra pur restando distinti come persone, senza annullarsi o prevalere, ma arricchendosi reciprocamente e crescendo insieme. Oltre a San Clemente la nostra comunità trova un importante riferimento anche nei Santi Martiri Pacifico e Cristina a cui è stata dedicata una serata di carattere storico e culturale. La professoressa Federica Mingozzi e Giacomo Musetta hanno ripercorso il tragitto che “i Santini” hanno compiuto 130 anni fa dall’antico convento delle Mantellate di Roma fino a Bellinzago.
Su richiesta dell’allora parroco Luigi Pattaroni, per ricevere reliquie di testimoni della cristianità delle origini onde sentirsi più vicini alla Chiesa di Roma, i corpi santi sono stati concessi solo alla nostra comunità nonostante fossero numerose le richieste di altre parrocchie: un segno questo che “i Santini volevano venire a Bellinzago”.
Domenica 20 la Messa solenne è stata presieduta da don Giacomo Bovio il quale ha commentato in modo particolare quell’ovale con S. Clemente che viene gettato in mare con un’ancora al collo, nel suo martirio. Ha indicato tre prospettive dell’ancora: la prima è l’ancora come strumento del martirio del nostro santo; la seconda prospettiva è l’ancora della memoria che lega al nostro passato, alle nostre tradizioni, a chi ci è stato prima di noi, la nostra fede si ancora sulla roccia di una tradizione che generazioni e generazioni prima di noi hanno saputo vivere e testimoniare, donando senza riserve; la terza prospettiva e l’ancora della stabilità.

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