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La fretta buona. Quella fretta che è anche «premura», attenzione, cura. Quella di Maria, che si alza e corre dalla cugina in attesa. È stato un invito a fare come lei, ad alzarsi e andare, quello che ha fatto il vescovo Franco Giulio rivolgendosi ai ragazzi della Giornata Mondiale della Gioventù, riuniti lo scorso sabato 19 novembre in duomo.
«La “fretta” di Maria – ha detto il vescovo commentando il brano dell’Annunciazione tratto dal vangelo di Luca, al centro della Gmg di quest’anno -, ha il motivo della carità: dell’attenzione, della cura nei confronti della cugina Elisabetta che è al sesto mese». Uno slancio attenzione, di carità, di «premura», appunto. Come san Francesco, che riscopre la fede profonda in occasione dell’incontro con il lebbroso. Ma per Francesco – come per Maria e come per ogni vera conversione – quello è solo uno degli aspetti. Per san Francesco l’abbraccio al malato è l’occasione, ma il vero “innesco” del cambiamento che parte dal profondo è stato «il dialogo e rapporto con il Crocefisso di san Damiano». E così, «la fretta di Maria ha anche un’altra ragione: quella della gioia dell’incontro, del portare la “voce dello sposo”: il bimbo, Gesù che lei porta in grembo».
È questa la “fretta buona” che ha mostrato il vescovo ai giovani. Una fretta che arriva da una chiamata di qualcuno che è lì per loro e che basta ascoltare. Lo hanno fatto anche i pastori che a Betlemme sono stati i primi a salutare il Salvatore appena nato. «Erano gli ultimi della società – ha spiegato Brambilla -. Quelli che facevano il mestiere più umile e meno riconosciuto. Il loro arrivo per primi davanti ala Sacra Famiglia ci mostra come per nessuno può esserci un alibi per non “andare in fretta”». Non preoccupatevi, sembra dire il vescovo ai suoi ragazzi: il Signore c’è sempre per voi: «Non importa da che famiglia arriviamo, non importa quale sia la nostra storia personale, non importano gli errori che abbiamo fatto. Siamo sempre attesi dal Signore».
E poi l’ultimo dei personaggi dotati di questa “fretta buona” che Brambilla ha voluto mostrare ai giovani, anch’esso raccontato nel Vangelo di Luca: Zaccheo, il capo dei pubblicani, che si arrampica sul Sicomoro per vedere Gesù e poi scende in fretta per incontrarlo. E quando è poi nella sua casa gli dice: “il Figlio dell’uomo è venuto proprio a cercare e a salvare quelli che erano perduti”. «Cercare e salvare. Così farà il Signore, anche con tutti voi: non vi darà tregua, busserà alla vostra porta sempre».
E, infine, l’esortazione ai ragazzi ad avere uno sguardo, un atteggiamento e una “buona fretta” capaci di donare una vita piena. Un augurio fatto con le parole della poetessa Alda Merini: «Così scriveva di Maria: “E non venne fecondata da alcuno, eppure generò come il poeta cui basta uno sguardo per riavere la sostanza del mondo”».

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