La strategia per vincere la siccità è lavorare di prevenzione. Tutti: dagli amministratori ai cittadini. Non vede alternativa l’assessore regionale all’ambiente, il novarese Matteo Marnati, pronto a lanciare un nuovo appello per un uso consapevole dell’acqua. E non sono certamente stati sufficienti 48 ore di pioggia battente sul nord ovest a risolvere il problema.
Assessore, come si prospetta la situazione? «Sulla scorta delle previsioni e dei dati fin qui raccolti e diffusi da Arpa – spiega Marnati – la stagione non si preannuncia differente da quella dell’anno scorso. In questo quadro, per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua potabile, è fondamentale un uso consapevole finalizzato al solo scopo idropotabile e non per altri utilizzi complementari per quei comuni che raggiungono livello di allarme, fermo restando che la strategia madre resta quella della riduzione delle perdite e rinnovare o potenziare i serbatoi di comuni o aree che sono in difficoltà, quindi quelli del Medio novarese, Vco e anche Valsesia».
Fondamentale poi sarà il monitoraggio, sia sotto il profilo sanitario che ambientale, dello stato di fiumi e canali.
Per l’assessore, l’adattamento ai cambiamenti climatici deve passare principalmente attraverso due strategie: la riduzione delle perdite idriche, che rappresentano ancora un elemento di forte criticità nel nostro Paese, e la maggior resilienza dei sistemi acquedottistici attraverso interconnessioni, aumento della capacità dei sistemi di accumulo, la ridondanza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
Per contrastare la dispersione idrica, infatti, ciascuno dei 6 Ambiti territoriali piemontesi ha messo a punto strategie, programmi e interventi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche che globalmente cubano per più di 486 milioni di euro. Interventi che, andando al di là dell’emergenza, sono spalmati da qui al 2026.
Intanto tra le varie proposte progettuali presentate dai vari Ato ci sono finanziamenti per un totale di 102 milioni di euro, di cui poco meno di 81 milioni di euro di fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per tre progetti relativi alle perdite idriche, tra cui quello presentato per Ato 1 da Acqua Novara Vco per un ammontare di 20 milioni di euro, dei quali poco meno di 16 milioni di fondi del PNRR; a questi fondi si aggiungono poi altri 4 milioni e mezzo di euro per 12 interventi prioritari in altrettanti comuni del novarese e del Vco . Sempre per quanto per riguarda Ato 1 ammontano a 109 milioni di euro le proposte inviate al Ministero delle Infrastrutture relative alle fonti idropotabili, pozzi e all’utilizzo delle acque lacustri per alimentare gli acquedotti, presentate da Acqua Novara Vco.
Ci sono poi, altri 4 progetti presentati da altre Ato, per un totale di poco meno di 92 milioni di euro, risultati ammissibili ma non ancora finanziati.
In aggiunta ci sono altri interventi necessari, che riguardano interconnessioni, realizzazione di nuovi pozzi o captazioni, adeguamento o ampliamento di serbatoi e potabilizzatori per oltre 162 milioni di euro.
Per affrontare in maniera strutturale il cambiamento climatico e le conseguenze della siccità che sempre di più si profila come strutturale e non emergenziale, la Regione ha realizzato una mappatura capillare di tutti gli interventi di medio e lungo periodo che sarebbero necessari, complessivamente, quasi 300 milioni. La Regione ha anche elaborato un piano per la realizzazione di nuovi invasi che vale 1 miliardo di euro.