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Che ci azzecca Bach con i Genesis? E Pergolesi con gli Emerson Lake & Palmer? Chiedetelo ad Alessandra Gelfini e Roberto Olzer, i due pianisti che sabato scorso, nell’Auditorium delle scuole medie “Floreanini” a Domodossola, hanno proposto in prima assoluta “Crossroads” un insolito percorso fra musica classica, progressive rock e anni ’80.

Organizzato dalla Fondazione Paola Angela Ruminelli e dall’Associazione Mario Ruminelli, il concerto per pianoforte a quattro mani ha incantato il folto pubblico domese. Sarà replicato domenica prossima alla scuola “Jardin Musical” di Morbio Inferiore, nel Canton Ticino e il 24 marzo, nel pomeriggio a Verbania, a Villa Giulia, nell’ambito della Mostra della Camelia. Alessandra Gelfini, comasca, partecipa a formazioni cameristiche, sia di musica classica che di tango argentino, ha suonato per importanti rassegne in Italia ed all’estero.

Fra le sue collaborazioni figurano l’Orchestra Cantelli, I Pomeriggi Musicali, OFI Orchestra Filarmonica Italiana e Orchestra da Camera di Mantova; ha inciso per Fabbri Editore, Tetraktys Music, ReteDue Svizzera Italiana, Preludio Records e Chandos Records. Roberto Olzer, ossolano, è notissimo come compositore e arrangiatore per svariate formazioni: tra queste, il Decimino di Ottoni del Teatro la Scala di Milano. Tiene concerti classici, jazz e pop, come pianista, organista, solista e membro di diversi ensemble.

Da oltre un decennio è alla guida del Roberto Olzer Trio, premiato nel 2013 e 2016 dalla rivista giapponese “Jazz Critique Magazine” per aver realizzato i migliori dischi di jazz strumentale. Si esibisce normalmente in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Israele, Giappone e Cina. Ha al suo attivo una quarantina di album editi da etichette nazionali ed internazionali. «Prima di tutto volevamo suonare insieme e ci siamo scambiati delle idee – così Gelfini spiega la nascita di questo progetto musicale – Noi arriviamo da ambiti simili ma anche profondamente diversi: abbiamo in comune la classica, il Barocco, ma il periodo musicale tra gli anni ’70 e ’80 è il nostro preferito.»

Questo spiega le scelte musicali che il duo pianistico ha inserito nel programma del concerto: «Abbiamo cercato autori del “Progressive rock” che già in sé incarnassero il desiderio di citare e ripercorrere la tradizione, come ad esempio Keith Emerson. Una ricchezza di connessioni che travasano da un periodo all’altro è tipica del Progressive rock; un’esperienza musicale unica che ci ha permesso di andare a pescare piccole “gemme” sconosciute».

L’articolo integrale e le interviste ai sindaci del territorio, con le altre notizie dai territori della Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale, in edicola a partire da venerdì 15 marzo. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero cliccando direttamente qui.

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