Condividi su

Buona partecipazione di pubblico nel pomeriggio di venerdì 24 febbraio alla cappella Mellerio di Domodossola per la presentazione del romanzo “Lunedì m’innamoro”, ultima fatica letteraria di Enrico Fovanna uscita a gennaio per la casa editrice Giunti. Fovanna, classe 1961, è originario di Premosello Chiovenda e dal 1989 vive a Milano dove si occupa dell’edizione on-line del quotidiano “Il Giorno”. Ha esordito nel mondo della narrativa nel 1995, con il romanzo giallo “Il pesce elettrico” ambientato in Turchia e vincitore del premio Stresa 1996 oltre che del premio festival del primo romanzo al salone del libro di Torino l’anno seguente. Nel 1999 ha pubblicato il suo secondo romanzo, “Tra Fès e Meknès” e nel 2020 “L’arte sconosciuta del volo” edito sempre da Giunti.

Il libro

L’incontro con il pubblico domese, organizzato dalla libreria Grossi, era moderato dalla giornalista Paola Caretti, un’amica di vecchia data dello scrittore. «Questo nuovo romanzo di Enrico- ha esordito Paola Caretti nella sua introduzione- oltre che essere molto facile e piacevole da leggere con il suo stile pulito e a volte ironico è anche un testo generazionale, in cui i periodi di tempo si alternano continuamente. Quelli della mia generazione hanno avuto la fortuna di vivere, da giovani, dei veri e propri rapporti umani e non solamente rapporti di amicizia virtuale, come va di moda oggi nell’era dei social network».

«Il mio ultimo libro – ha proseguito Fovanna – è un giallo psicologico senza nessun delitto che si svolge in due epoche diverse, precisamente nel 1981 e nel 2010. Pur essendo una vicenda di pura fantasia ho cercato di inserirci dentro qualcosa di autobiografico. Tutto ruota attorno ad un fatto apparentemente normale ma in realtà piuttosto inquietante: una mattina il giornalista milanese Giorgio si accorge su Facebook di avere ricevuto una richiesta di amicizia da un suo caro e vecchio amico dei tempi dell’università di nome Febo. La cosa molto strana è che in ogni caso non si tratta di lui, perché Febo, con cui il protagonista da ragazzo aveva stretto una fraterna amicizia è purtroppo deceduto da diversi anni. Giorgio, incuriosito dallo scherzo di cattivo gusto decide di accettare l’amicizia del sedicente personaggio, che più va avanti e più sembra sapere troppe cose dei due».

Il mistero

Chi si cela dunque dietro la falsa identità di una persona morta da anni? Questo è il mistero che Giorgio piano piano scoprirà, tra un mucchio di ricordi che vanno a ritroso per dipanare la vicenda. «Mentre scrivevo – conclude Fovanna- ho pensato di strutturare il libro, fortemente permeato dal sentimento dell’amicizia un po’ come un montaggio cinematografico, affrontando diversi temi legati agli anni ottanta come la piaga sociale dell’eroina. Vittima della droga rimarrà anche Febo e Giorgio si darà da fare il più possibile per tirarlo fuori».

Da dove prende nome il romanzo?

«Il titolo del libro – spiega Fovanna – è una frase che il giovane Febo dice all’amico durante una passeggiata sui monti Ossolani. E se ci pensiamo bene il lunedì di solito è sempre il giorno dei buoni propositi che magari spesso non manteniamo. Vi invito a gustare il romanzo con calma, per non sciupare il piacere di immergersi in una nuova storia che spero vi appassioni».

Condividi su

Leggi anche