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Domenica 26 marzo la terza tappa del percorso di formazione degli adulti di Azione Cattolica si è svolta a Borgosesia, dove i gruppi provenienti  da una decina di  parrocchie sono stati accolti con grande disponibilità e amicizia dal parroco, don Gianluigi Cerutti, che in mattinata ha svolto la relazione ispirata al tema dell’incontro dal titolo: “Sottovoce. La vita spirituale si nutre di preghiera: quale preghiera?” e ha poi invitato tutti a partecipare alla celebrazione della Messa in Collegiata. A perfezionare l’accoglienza ha contribuito l’ottimo pranzo preparato e servito da alcuni volontari della parrocchia, in Oratorio.

Caratterizza da un clima di raccoglimento e di preghiera, segnato dalla celebrazione delle Lodi al mattino e dei Vespri con l’Adorazione Eucaristica nel tardo pomeriggio, la giornata  ha registrato due contributi interessanti e preziosi: il primo dedicato, come si è detto, alla preghiera e il secondo  per l’approfondimento della domanda: Quale regola di vita per laici di Azione cattolica? affidato ai coniugi Maria Malacrida e Stefano Serentha’, dell’Azione Cattolica di Milano di cui Maria è vicepresidente diocesana adulti.

Don Gianluigi ha tratto spunto da alcuni passi dell’enciclica di Benedetto XVI Spe salvi, sottolineando che chi prega non è mai solo perché immerso nella preghiera della Chiesa e di Cristo, in dialogo con un Tu riconosciuto che ci parla e con Cui si parla. Definita da S. Agostino esercizio del desiderio, perché dilata il cuore rendendolo più accogliente della presenza del Signore, la preghiera autentica non è mai uscire dalla storia né fuga nell’intimismo, ma conversione permanente, per imparare cosa possiamo chiedere a Dio, sempre con la guida e la forza dello Spirito Santo. Grande scuola di preghiera è la liturgia, a partire dal suo fondamento che è l’Eucaristia e poi dalla Liturgia delle Ore  che è quasi totalmente costituita dalla Parola di Dio e, attraverso  i salmi, interpreta tutte le situazioni di vita e le dimensioni del dialogo con Dio.

 Nello spazio per il confronto in assemblea alcune domande hanno messo in risalto il valore del silenzio nella preghiera personale, la correlazione tra preghiera del singolo e della comunità, il prezioso ruolo dei monasteri dove la preghiera si fa interprete e intercessione per tutti, il significato della devozione che deve accompagnare e rendere ardente la preghiera, grazie anche alle diverse forme di spiritualità che permettono ad ognuno  di sentirsi interiormente coinvolto, senza cadere nel devozionalismo.

Nella ripresa pomeridiana Maria e Stefano si sono alternati con ammirevole sintonia nel presentare le ragioni e le condizioni perché i laici di Azione cattolica elaborino una regola di vita spirituale.  Non si tratta di aggiungere qualcosa in più ai già numerosi impegni, ma di liberare spazi e difenderli perché lì possa operare lo Spirito Santo, vivificando ogni momento della vita quotidiana, suggerendo la contemplazione anche nel traffico cittadino o l’intercessione per le persone che  passano accanto. In questo tempo di dispersione e frammentazione, una regola di vita è paragonabile alle sponde di un fiume, aride e brutte in questa stagione siccitosa, ma indispensabili per contenere e far scorrere l’acqua del fiume, così i laici possono “aggrapparsi” ad una regola, non dettagliata e rigida ma, al contrario, fondata su alcuni grandi riferimenti irrinunciabili, per esempio alcuni brani biblici come le Beatitudini, e altri elementi estremamente duttili e variabili, per adattarsi ai ritmi e alle esigenze di vite tanto diverse  come sono quelle degli adulti oggi.

Tra i suggerimenti pratici, i coniugi hanno ricordato la possibilità di annotare su un taccuino, come stele innalzate nel deserto, i momenti che hanno segnato nella vita gli incontri più significativi con il Signore ma anche ciò che capita nel quotidiano e che  si vuol ricordare; e inoltre la dimensione del silenzio per riconoscere e dar nome alle distrazioni, l’obbedienza alla vita con le sue esigenze, l’accompagnamento spirituale che anche i laici possono esercitare oltre che ricevere e il rispetto del “sabato”  inteso come tempo dedicato a coltivare le relazioni con Dio e con familiari e amici.

Una regola, dunque, sempre imperfetta e modificabile, con quei limiti che appartengono alla creatura fatta come un prodigio , ma sempre  imperfetta e in cammino.

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