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 Il vescovo Franco Giulio Brambilla ha presieduto in cattedrale nel pomeriggio di oggi, sabato 21 settembre, la celebrazione per l’ordinazione diaconale di due studenti del Seminario diocesano: Michele Balzaretti, della parrocchia di sant’Antonio a Novara e Francesco Antonio Fittipaldi, della parrocchia di Trecate. Per loro si apre il cammino dell’ultimo anno prima dell’ordinazione sacerdotale.

Hanno concelebrato dom Ciocca Vasino (vescovo emerito di di São Félix originario della Valsesia), il rettore e vicerettore del Seminario don Marco Barontini e don Mauro Baldi, i parroci delle comunità di origine (don Enrico Manzini per sant’Antonio e don Ettore Maddalena per Trecate), con numerosi sacerdoti diocesani. La messa è stata animata dalla Schola Cantorum di Trecate.

Nella cattedrale gremita, anche i familiari dei due ordinati, i tanti che hanno conosciuto durante il loro percorso formativo e i chierichetti e chierichette di Varallo, Trecate e Borgomanero, salutati ad inizio dal vescovo all’inizio della sua omelia.

Testimoni di Qualcuno di più grande

Omelia che, come spesso in queste occasioni, il vescovo ha dedicato direttamente a Michele e Francesco, ma che ha rivolto anche a tutti i fedeli. Cuore dell’intervento, condotto attraverso il commento alla Parola, il rapporto tra il diacono (ma anche il sacerdote e il fedele laico) e il Signore.

Anzitutto, nella prima lettura, con l’esempio del profeta Geremia, che inizialmente si sottrae alla chiamata – «non so parlare, perché sono giovane» – ma che poi lascia che gli vengano toccate le labbra per portare – ha sottolineato Brambilla – la Parola di Dio e non la propria».

Poi nella seconda lettura, la seconda lettera di Paolo ai Corinzi, con l’immagine del «tesoro nei vasi creta». Tante cose preziose – ha detto il vescovo – sono custodite in fragili contenitori: «i vini pregiati, i profumi gli unguenti. Dobbiamo essere consapevoli. Perché, come scrive Paolo, “appaia che questa potenza appartiene a Dio e non viene da noi”. Cari Michele e Francesco, potrete anche avere 500 ragazzi al Grest dell’oratorio, aiutare tante persone in difficoltà, ma quello che ci differenzia da coloro che vivono come se Dio non ci fosse, è che tutto quello che farete o direte deve portare a lui». Ed è proprio partendo dall’indifferenza per Dio che abita la società di oggi, il vescovo si è rivolto a tutti i fedeli – e in particolare ai tanti giovani presenti – esortando «a testimoniare il Signore anche nella “banalità” del quotidiano, dei momenti e dei piccoli gesti delle nostre giornate. È così che si cerca il senso della vita».

Infine il Vangelo di Giovanni, con le parole di Gesù «siete il sale della terra e la luce del mondo». «Come il sale – è stata la raccomandazione di Brambilla – per dare sapore alle cose dovete immergervi dentro. E come la luce, per illuminarle, dovrete essere capaci di “emergere”: le vostre opere rendano luce al Signore, questo il mio augurio».

I due nuovi diaconi

Michele ha 28 anni compiuti lo scorso 19 giugno, ha maturato la sua vocazione partecipando alla vita della parrocchia e dell’oratorio. Ha iniziato il cammino in seminario dopo aver conseguito la laurea triennale in psicologia all’Università Bicocca di Milano, affiancando agli studi di teologia il servizio presso l’Ufficio diocesano di pastorale giovanile e vocazionale, nella parrocchia di Cerano e, negli ultimi due anni, a Veruno.

Francesco ha 25 anni, compiuti lo scorso 12 agosto ed è entrato in seminario subito dopo la maturità al liceo delle scienze umane di Novara. Nella sua parrocchia di origine ha partecipato alle attività del gruppo Scout (una delegazione dei quali presente in cattedrale) e servendo all’altare come chierichetto. Negli anni di formazione e preparazione al sacerdozio ha prestato servizio pastorale a sant’Antonio a Novara e a san Bartolomeo a Borgomanero, dove negli ultimi due anni ha condiviso la vita della comunità e dei sacerdoti risiedendo in parrocchia non solo nei sabati e nelle domeniche, ma anche durante la settimana.

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