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“Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra”.

Sono forse , insieme a “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti”, alcune delle frasi più conosciute de “I Promessi sposi” di Alessandro Manzoni.

Questi brani, con tanti altri, sono gli ingredienti di “Quel ramo del lago di Como…”, che, dallo scorso venerdì 13, per otto settimane, vede trasformarsi il foyer del teatro Faraggiana in una ‘stanza d’ascolto’ della più celebre opera manzoniana.

Una lettura ad alta voce interpretata, che viene promossa nei 150 anni della morte dello scrittore milanese.

«E che organizziamo anche – spiega l’ideatrice, Eleonora Calamita – per rilanciare “I Promessi sposi”, spingendo il pubblico a tornare a casa con la voglia di rileggere il romanzo, di assaporarlo e riscoprirlo».

Si prosegue sino a venerdì primo dicembre, sempre alle 18.

I testi del romanzo sono stati selezionati e adattati da Calamita, Mariarosa Franchini e Maria Adele Garavaglia, insegnante e scrittrice, che ogni venerdì si occuperà di introdurre la serata.

«Abbiamo scelto – dice Calamita – alcuni capitoli in grado di fornire una visione complessiva dei Promessi sposi. Per rendere scorrevole la lettura e mantenere alta l’attenzione del pubblico sono stati effettuati alcuni tagli», ma non tali da far perdere la bellezza dell’opera.

Articolo completo, con altri approfondimenti, si può trovare sul nostro settimanale in edicola dallo scorso venerdì 13 ottobre e disponibile anche online.

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