Gli innumerevoli appelli per la pace nel mondo lanciati da Papa Francesco nei suoi Angelus domenicali o nelle Udienze in piazza San Pietro sono stati il filo conduttore del cammino di preghiera svoltosi domenica scorsa in Valle Vigezzo, da Santa Maria Maggiore al Santuario di Re. Il Pellegrinaggio per la Pace indetto dalle comunità parrocchiali e da alcune associazioni e movimenti della zona, ha voluto dare seguito a uno di questi appelli, lanciato al movimento di Comunione e Liberazione in udienza a Roma lo scorso 15 ottobre.
«Il mondo sempre più violento e guerriero mi spaventa davvero» aveva detto il Pontefice in quell’occasione. La sua condanna della guerra è netta, fin all’inizio: «Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio.» (Angelus, 27 febbraio 2022)
«In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro! » (Angelus, 13 marzo 2022).
Don Vincenzo Barone, Vicario episcopale dell’Ossola, ha ripreso nell’Omelia della Messa in Santuario le indicazioni di Papa Francesco. «Se noi oggi siamo qui – ha detto, riferendosi all’episodio della Samaritana nel Vangelo – è perché abbiamo assaporato che quell’acqua è ciò che dà senso alla nostra vita. La pace è vera nella misura in cui ci abbeveriamo alla fonte di Cristo. L’invito che il Papa fa a tutti noi – ha aggiunto – è questo: cominciamo a vivere semi di pace nelle relazioni quotidiane, cominciando da casa nostra» Le offerte raccolte al termine della celebrazione saranno andranno in aiuto delle popolazioni terremotate in Siria.