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Raduno Internazionale dello Spazzacamino, a Santa Maria Maggiore è andata in scena dal 1° al 4 settembre l’edizione dei record: 1800 gli uomini neri provenienti da ogni parte del mondo e 35 mila gli spettatori giunti per il 40esimo anniversario della manifestazione.

Oltre 150 mila le visualizzazioni della diretta social della sfilata. Quarant’anni di raduni, quarant’anni di pura suggestione, ma anche di storie difficili alternate a tanta allegria e spensieratezza: questa doppia anima, che affianca alle celebrazioni più goliardiche la memoria storica di un mestiere durissimo e dello sfruttamento minorile, caratterizza da sempre la storia del Raduno Internazionale dello Spazzacamino.

La storia del raduno ha radici profonde, in Valle Vigezzo. Da questa valle alpina al confine con la Svizzera intere generazioni di emigranti spazzacamini partirono verso Francia, Germania, Austria ed Olanda: i loro sacrifici furono enormi, ma fu nel 1800, con lo sfruttamento dei bambini, che si scrisse una delle pagine più nere di questo rapporto tra uomo e fuliggine.

A ricordare questa fase drammatica c’è un monumento simbolo, il piccolo spazzacamino di Malesco: il bimbo rappresentato è Faustino Cappini, originario di Re che, terminata la pulizia di un camino, alzò le mani per dimostrare di aver portato a termine il lavoro: sfiorando i fili dell’alta tensione il piccolo morì fulminato.

L’articolo integrale sul nostro giornale in edicola venerdì 8 settembre e disponibile anche online, nelle edizioni Il Popolo dell’Ossola, Il Verbano, L’Informatore del Cusio.

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