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In tutte le case c’è almeno un’opera di Alessandro Manzoni; difficile che manchi una copia dei “Promessi sposi”. Ce ne sono veramente tante alla Marazza, ma straordinaria è la rarità di alcune edizioni, copie pressoché uniche, ma che giacevano da anni, quasi nascoste perfino agli occhi degli stessi amministratori.

Ora, grazie a un progetto, le potranno consultare studiosi, studenti e cittadini. Il progetto è legato al centocinquantesimo anniversario della morte del Manzoni (avvenne a Milano l’8 maggio 1873) ed è realizzato grazie a un contributo di 20.000 euro del fondo Dottor Giovanni Pagani costituito presso la Fondazione Comunità del Novarese onlus. È promosso dalla stessa Fondazione Marazza insieme con il Comune. Nella sua realizzazione è intervenuta anche Eleonora Bellini, già direttrice della Biblioteca Marazza.

Fra le opere presenti la prima tiratura della prima edizione dei “Promessi sposi” (Vincenzo Ferrario 1825-1826), edizione che viene comunemente definita “ventisettana”.

Vi è l’edizione del 1827 della tipografia Pozzolini di Livorno; quella del 1838 della tipografia La Fenice di Napoli; un volume de “I promessi sposi con illustrazioni tratte dai Ragionamenti sulla storia lombarda del secolo XVII di Cesare Cantù” del 1825, a cura della Tipografia della Speranza di Firenze.

La Marazza dispone dell’unica edizione stampata a Mendrisio (Canton Ticino) del romanzo manzoniano.

Sorprendente il formato tascabile “piccolissimo” dei Fratelli Salin di Padova (1902): sta nel palmo di una mano e ai lettori veniva fornita una lente d’ingrandimento: si risparmiava sulla carta.

L’articolo integrale sul nostro giornale, in edicola venerdì 17 marzo e disponibile anche online.

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