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Il sorriso di Pippo Fallarini, la sua coinvolgente simpatia, la disponibilità per ogni tipo di servizio fosse necessario il suo intervento. Pippo non se ne vantava e non si vantava nemmeno del suo passato di campione sportivo: fra gli anni Cinquanta e Sessanta è stato fra i migliori corridori ciclisti italiani.

Di Pippo – Giuseppe all’anagrafe – Fallarini ha scritto Fabio Marzaglia, scrittore e giornalista biellese, dopo aver accolto la proposta della Cicloamatori di Borgomanero e in particolare di Marco Vicario. Ha fatto una ricerca accurata fra notizie d’archivio e ricordi di chi lo ha conosciuto e ha raccolto tutto nel libro “Pippo Fallarini – il corridore che faceva suonare le campane” (132 pagine, edizioni Italgrafica Novara), presentato nel salone dell’Oratorio di Borgomanero, gremito, il 4 maggio, in cui Pippo avrebbe compiuto i novant’anni (è morto il 15 maggio 2023).

Presentata da Giacomo Bogogna, vapriese e presidente provinciale della Federazione ciclistica italiana, non è stata solo una serata di ciclismo, ma di molto altro, come è stata la vita di Pippo, impegnato in tante associazioni di volontariato. Per anni, è stato barelliere a Lourdes, «dove con umiltà ha ricoperto tutti gli incarichi» ha detto Manuela Miglio, rappresentante l’Oftal, che ha ricordato anche la sua ironia e autoironia: «In giro per Lourdes talvolta intonava quel “Pippo, Pippo non lo sa, quando passa ride tutta la città…”».

Fra gli interventi quello del nipote di Pippo, Francesco Fagnani, di Angelo Tredenari, ex ciclista e rappresentante dell’Avis provinciale, di Rossana Seghezzi, figlia di Vittorio, gregario di Bartale al Tour 1948 e amico di Pippo, di Edoardo Alleva, fontanetese, promessa di ciclismo, di Marco Vicario che ha espresso commoventi momenti passati con Pippo.

Ospitate d’onore Giambattista Baronchelli, bergamasco, secondo al Giro d’Italia 1974 a soli 12” da Eddy Merckx quando non aveva che 21 anni. Ma i suoi successi sono passati in secondo piano quando “GiBì”ha ricordato la morte della mamma, il 4 novembre 2011, una data fondamentale per la sua vita: «Mia mamma era cattolicissima e dal momento della sua scomparsa, ho iniziato un percorso di fede che ha cambiato la mia esistenza e che esprimo anche in un libro (“Pedalando per il cielo. Fede, vittorie e sconfitte di un campione”, edizioni NBQ).

Ho chiesto anche al Signore di rendermi meno timoroso nel parlare di fronte al pubblico per poter esprime questo cammino e, pur rimanendo di carattere introverso, ci sto riuscendo».

L’articolo, con le altre notizie dai territori della Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale, in edicola a partire da venerdì 10 maggio. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero cliccando direttamente qui.

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