Salecchio inferiore, splendido abitato di origine Walser in Valle Antigorio, è tornato ad animarsi domenica scorsa per la tradizionale processione della Candelora.
Quest’anno però la portantina che ha percorso l’itinerario tutt’intorno all’antica chiesa sorreggeva una statua della Vergine tutta nuova, venuta addirittura dal Perù.
Una scultura che ha una storia interessante; un intreccio di antiche tradizioni ossolane, furti di opere d’arte e solidarietà senza confini.
Le curiosità di questa processione devozionale si sprecano. Il Parroco, don Aldo Re, che ha preso l’iniziativa di far realizzare la nuova scultura, ha sottolineato la singolarità di una chiesa dedicata a Maria Assunta che, il giorno della festa patronale, ha sempre portato in processione una “Pietà”, con la Vergine che tiene in braccio il Cristo morente. Questa era infatti la scultura originaria, molto antica, e tale è rimasta ancora oggi. Sulla statua lignea originaria era sorto anche un detto popolare un po’ irriverente. Spiega ancora don Aldo che, quando veniva portata in processione ai primi di febbraio la statua risentiva dell’umidità e del gelo subito nel lungo inverno alpino.
Se durante il cammino veniva colpita dai raggi di un bel sole, com’è successo domenica scorsa, il legno cominciava a emettere scricchiolii e la gente commentava, nel dialetto locale: «Piuttosto che far venire l’acqua, lei crepa!».
Un aneddoto che ci riporta a una fede popolare molto concreta, legata alle necessità vitali, che oggi in gran parte si è persa. La gente di montagna vedeva la sua sopravvivenza legata al ciclo naturale degli eventi atmosferici; avere la pioggia, la neve, il freddo e il caldo al momento giusto significava aver da mangiare per la propria famiglia. Ai santi patroni si chiedevano queste cose durante le processioni.