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Mercoledì 11 ottobre, il vescovo Franco Giulio presiederà una messa solenne in occasione del 50° anniversario della fondazione del monastero benedettino Mater Ecclesiae dell’Isola di San Giulio.
La messa sarà celebrata alle 11 nella Basilica dell’Isola, mentre alle 14,30, dopo la preghiera dell’Ora Nona, verrà proiettato il film-documentario realizzato dalle monache «per ripercorrere le tappe di questa nostra “storia di grazia”».

Una storia avviata «quando dicemmo il nostro sì – raccontava la madre fondatrice Anna Maria Cànopi, mancata il 21 marzo 2019 – alla richiesta dell’allora vescovo di Novara, monsignor Aldo del Monte, a dar vita ad una fondazione monastica sull’Isola di San Giulio per custodirne il patrimonio storico e religioso».

Sei monache in tutto, provenienti dall’Abbazia dei Santi Pietro e Paolo di Viboldone, in provincia di Milano, che idealmente rappresentavano tutti i momenti del cammino di vita monastica: dalle professe con voti solenni e voti semplici sino ad una novizia ed una postulante che sarebbe entrata in monastero poco dopo. I primi anni non furono semplici: al monastero mancava tutto, ma «le condizioni di obiettiva indigenza – si legge nel sito del monastero www.benedettineisolasangiulio.org – e la mancanza non solo di agi, ma anche dei normali mezzi di sussistenza (come l’acqua potabile, che mancò fino al 1975) non scoraggiarono le monache, anzi, permisero di toccare con mano la bontà del Signore, che, attraverso mani amiche faceva arrivare doni, aiuti concreti e sostegno materiale. E la grazia degli inizi fu così sovrabbondante da permettere di affrontare con fortezza e gioia le inevitabili fatiche».

Negli anni i locali della struttura iniziale non bastarono più e fu necessario un ampliamento nell’edificio del vecchio Seminario. Poi le fondazioni, tra le quali il priorato Regina Pacis in Valle d’Aosta, oggi diventato autonomo.

E così, da quel gruppo iniziale è nata e cresciuta una comunità – guidata da madre Maria Grazia Girolimetto, succeduta a madre Cànopi – che oggi conta oltre settanta sorelle, e che ha trasformato l’isola al centro del lago d’Orta in uno dei poli di spiritualità più vitali d’Europa, con novizie che arrivano da nazioni diverse e con storie di vita e vocazione differenti.

Un centro capace di trovare nel cuore dell’antica regola benedettina, linfa e forza per essere un segno del Vangelo nel XXI secolo, aprendosi sin dall’inizio all’accoglienza di tutti coloro che sull’isola cercano «silenzio, preghiera, formazione spirituale e una parola che possa aiutarli ad illuminare la loro quotidianità».

Questo articolo e altri approfondimenti li trovate sul nostro settimanale, in edicola venerdì 6 ottobre. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui

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