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I numeri parlano chiaro. Tra gli industriali del Novarese, Vercellese e della Valsesia il sentimento prevalente è quello di un calo delle aspettative di produzioni e di ordini, anche se con una doppia velocità nei territori. Le previsioni di Cnvv indicano, infatti, che nel quarto trimestre 2024 il saldo, tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione, si attesta a -4 punti (rispetto ai precedenti +4) nel Novarese e a -22,2 punti (rispetto ai precedenti -13,6) in provincia di Vercelli, con una media regionale che scende da -0,1 a -1,9 punti.

Un trend che si rafforza se prendiamo in esame i saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali e a quelli esteri passano, rispettivamente, da 1,6 a -8,8 e da 2 a 0 punti in provincia di Novara, da -17 a -22,2 e da -7,4 -14,7 punti in provincia di Vercelli (a fronte di una media piemontese che cala, rispettivamente, da -1,1 a -5 e da -7,2 a -8,8 punti). Continuano a crescere, invece, le previsioni di investimenti “significativi”, che passano dal 35% al 36,7% tra le imprese novaresi e dal 17,4% al 24,7 % in provincia di Vercelli (con la media regionale in calo dal 25,9% al 23,5%), un dato che secondo il presidente di Cnvv Filippa rappresenta «comunque un segnale di fiducia nei confronti del futuro da parte delle nostre imprese». Più incerto il quadro degli investimenti “sostitutivi”, che registrano solo un lieve incremento, 41% al 41,7%, nel Novarese e invece un calo deciso, dal 50% al 39,3%, nel Vercellese e in Valsesia, a fronte di una media regionale in crescita dal 46,1% 48,4%.

Per quanto riguarda le aspettative di occupazione, il saldo tra ottimisti e pessimisti, relativo alla volontà di fare nuove assunzioni, cala da 8,9 a 4,8 punti in provincia di Novara e rimane stabile, a -1,1 punti, in provincia di Vercelli; il dato novarese non si discosta molto dalla media regionale, che segna un calo da 7,3 a 5,1 punti. «Le preoccupazioni per il futuro – osserva il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – si riverberano sul mercato del lavoro, che rimane comunque ancora caratterizzato da un forte scostamento tra domanda e offerta di manodopera specializzata».

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