Subito un appello alla pace, «il primo saluto del Cristo Risorto, poi un messaggio di speranza, «il male non prevarrà» seguito dal ricordo di Papa Francesco. Le parole di Papa Leone XIV, Robert Francis Prevost, sono risuonate istantaneamente come un discorso programmatico del primo Papa americano, un papa missionario che si è dato un nome che parla di socialità e di accoglienza dei poveri e degli ultimi, di chi soffre per la guerra e le ingiustizie.
Per capire chi è Papa Leone XIV si può partire da qui: dal suo messaggio iniziale, dal nome, che indirizza il pensiero al Papa della Rerum Novarum, e dalla sua biografia.
Con gli emarginati del Perù
Robert Francis Prevost è il primo Papa proveniente dal continente nord americano ma anche il primo nella storia della Chiesa ad avere la cittadinanza peruviana, acquisita per la sua esperienza missionaria nella diocesi di Chiclayo, nel nord del paese sudamericano, una zona con enormi sacche di povertà ed emarginazione.
Nato a Chicago il 14 settembre 1955, Robert Francis Prevost è un religioso agostiniano. Viene ordinato sacerdote il 19 giugno 1982, nella sua città natale. Poi parte prestissimo per la missione in Perù, a Chiclayo, appunto.
Qui svolge un lungo e intenso ministero tra la gente più semplice: fonda centri pastorali, segue le vocazioni locali, accompagna le comunità rurali, forma nuovi religiosi e religiose.
Rimane in America Latina quasi vent’anni, fino al 2000. Poi nel 2001, viene eletto priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino a livello mondiale, incarico che ricopre per due mandati consecutivi (2001–2007 e 2007–2013). Questo lo riporta a Roma e lo pone al centro della vita religiosa internazionale, ma senza mai perdere il legame con la realtà missionaria del Perù.
Vescovo di Chiclayo
Nel 2014, Papa Francesco lo nomina amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo, e poco dopo lo conferma vescovo titolare della stessa diocesi, consacrandolo il 12 marzo 2015.
Durante l’episcopato, si distingue per l’attenzione alla giustizia sociale, alla formazione del clero locale, e per la vicinanza concreta alle comunità emarginate. Difende i diritti dei popoli indigeni e dei lavoratori, valorizza la pietà popolare e le tradizioni locali. È apprezzato per il suo stile di governo pastorale sobrio e partecipativo, radicato nella spiritualità agostiniana.
Nel 2019, riceve la cittadinanza peruviana, su richiesta della popolazione e delle autorità locali, come riconoscimento per il suo legame profondo con il popolo peruviano.
Cardinale dal 2023
Nel 2023, Papa Francesco lo chiama a Roma e lo nomina prefetto del Dicastero per i Vescovi, uno degli incarichi più delicati della Curia romana, da cui dipende la scelta dei nuovi vescovi nel mondo. Contestualmente, viene creato cardinale durante il Concistoro del 30 settembre 2023, ricevendo il titolo di Cardinale Diacono di Santa Monica.
Nel suo ruolo di prefetto, Prevost si distingue per una visione sinodale e pastorale: promuove la selezione di vescovi capaci di prossimità, discernimento, ascolto e servizio. È un sostenitore del “profilo evangelico” dei pastori, secondo lo spirito di Papa Francesco.
Pace umile e perseverante
Mentre parla ai centomila che in piazza San Pietro inneggiano al suo nome, noto solo da pochi minuti (“Leone, Leone” “Viva Papa Leone”) il dovere della pastoralità e quello della missione sono il filo conduttore del discorso.
Parla prima di tutto di «pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante». Poi ci ricorda che la pace «proviene da Dio che ci ama tutti, incondizionatamente». E qui il richiamo a Francesco e alla sua ultima apparizione «con quella voce debole, ma sempre coraggiosa, che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione. Dio ci vuole bene, Dio vi ama a tutti e il male non prevarrà».
Papa Leone è stato missionario e disegna una «Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere, come questa piazza, con le braccia aperte a tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, una nostra presenza, il dialogo, l’amore». Ma anche «una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, cerca sempre la carità, cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono».
Infine il messaggio in spagnolo alla «cara diocesi di Chiclayo» quella diocesi che l’ha visto giovane prete in mezzo ai poveri e agli indio, prima della preghiera a Maria, nel giorno della supplica alla Madonna di Pompei. Anche questo ci dice chi è Papa Leone XIV.
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