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«Come religioso camilliano ha speso i primi anni di sacerdozio al servizio degli ammalati negli ospedali. Questa sua attenzione e sensibilità per le persone fragili non è mai venuta meno e ha caratterizzato tutto il suo ministero». Don Roberto Collarini, parroco di Varallo, ricorda così don Luigi Pio Pozzi, scomparso oggi a 92 anni nella cittadina valsesiana dove viveva da qualche anno.

Gli anni da camilliano al servizio degli ammalati

Don Luigi era nato a Seregno in provincia di Milano, il 2 dicembre 1930.

«Prima di entrare nel nostro clero novarese – racconta il vicario per il clero e la vita consacrata don Franco Giudice in un messaggio di cordoglio nel quale ripercorre la sua biografia faceva parte della Congregazione dei Padri Camilliani, presso i quali aveva compiuto gli studi ecclesiastici, venendo ordinato il 17 giugno 1956 a Rossano Veneto  da mons. Girolamo Bortignon, vescovo di Padova». Sino al 1962 gli era stata affidata la responsabilità di Economo nelle Case di Formazione di Castellanza e di Besana Brianza, oltre che l’insegnamento di materie scientifiche ai Fratelli Postulanti.

Dal 1962 sino al 1979 si è dedicato agli ammalati.  Dal 1965 come cappellano all’Ospedale “Cardarelli” di Napoli. Dopo un anno vissuto come Amministratore presso la Clinica dei Camilliani di Messina era poi tornato al ruolo di cappellano: prima, dal 1966 al 1972, all’Ospedale di Taranto, e successivamente, dopo un tempo di attesa e di impegno pastorale a Seregno, all’Ospedale di Legnano dal 1974 al 1979.

L’arrivo in diocesi, parroco in Valsesia

«Si era inserito nel lavoro pastorale della nostra diocesi nel 1979, divenendo parroco di Vocca, Morca e Valmaggia, ottenendo l’incardinazione nel settembre del 1984», continua don Giudice. Il suo ministero in queste parrocchie si è protratto fino al gennaio del 2020, quando per don Luigi Pio si è avviato il periodo di riposo prima in varie strutture ospedaliere, poi nella Pia Casa “Divina Provvidenza” di Novara, alla “Comunità Serena” di Varallo e infine in casa propria sempre a Varallo.

«Si è messo al servizio di piccole comunità – riprende don Collarini -, per le quali si è speso completamente, sapendo essere un prete vicino alla sua gente. Che gli ha voluto molto bene e che lo ricorda con affetto e gratitudine».

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