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Domandarsi dove nascono le distinzioni di genere significa anche analizzare le radici dello sviluppo culturale umano. Per questo, analizzare il linguaggio è stato l’obiettivo dell’incontro del 3 marzo, sulla relazione di violenza sulle donne e cultura, presso Villa Marazza. A presentare Elena Rossi e Beatrice Gerbaudo, due socie dell’Aps me.dea, Centro Antiviolenza di Alessandria. L’ente, grazie anche al Sistema Bibliotecario del Medio Novarese e al Ministero della Cultura, ha organizzato cinque date per sensibilizzare sulla violenza di genere presso la Fondazione Marazza. Gli incontri sono a ingresso libero, anche se indirizzati all’aggiornamento di insegnati e operatori culturali.

“È la prima volta che veniamo in questa zona” ci dichiarano Elena e Beatrice dopo la presentazione. “Dal 2009, noi e un’altra ventina di donne abbiamo avviato il centro. Da allora abbiamo aumentato le nostre funzioni e siamo in contatto anche con altri Centri Antiviolenza del territorio. Con la nostra casa rifugio diamo sostegno a circa 200 donne l’anno”. L’associazione me.dea, parte della rete D.i.Re., infatti include centri di prevenzione, protezione, sostegno al lavoro e ricerca culturale. Quest’ultimo centro collabora con l’ISTAT e ha fornito i dati per la presentazione del 3 marzo.

“Come il linguaggio e i nostri pensieri influenzano le nostre vite” – è stato il titolo con cui è cominciata la serata. Presentatrici e pubblico hanno riflettuto insieme partendo dal presupposto che le parole sono l’unico modo che abbiamo per capire la realtà. Di conseguenza, le parole e i concetti che rappresentano, ci educano ad un certo modo di pensare. Proverbi, parole offensive, titoli di giornale e pubblicità maschilisti sono le tipologie di esempi mostrati per esplorare il concetto.

Questo è stato il secondo incontro, il prossimo sarà giovedì 9 marzo a tema “La violenza di genere. Un problema culturale”. Si può vedere il volantino dell’iniziativa presso il sito della Fondazione Marazza.

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