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Pertuso, Reso, Campo sono alcuni degli alpeggi sopra Monteossolano investiti dalle
fiamme da venerdì 10 febbraio: l’intensa attività del Corpo Volontari Antincendi Boschivi del VCO ha evitato che l’incendio interessasse i ripopolamenti boschivi, ovvero aree di interventi, nei decenni passati, per protezione dalle frane.

Raul Bassi, ispettore provinciale dell’AIB VCO precisa che «a parte più significativa della vegetazione arsa era costituita da arbusti, ginestre, in generale sottobosco, che si “rinaturalizza” abbastanza velocemente». L’incendio era stato considerato in fase di “estinto in bonifica avanzata”, ma con attività di monitoraggio e controllo: «Verso il 15 febbraio – spiega l’ispettore Bassi – l’incendio ha avuto una forte ripresa che ancora coinvolge uomini e mezzi; dobbiamo far sì che non si inneschino nuovi focolai».

Nel VCO sono 26 le squadre operative distribuite in modo uniforme su tutto il territorio: 351 volontari effettivi (formati e operativi), 30 di supporto (volontari che non possono più agire in ambiente operativo), 21 proposti (da avviare al corso di formazione), 120 generici (con altre mansioni non direttamente operative). La struttura di comando presente in provincia ha un Ispettore regionale, uno provinciale, due viceispettori provinciali, nove comandanti di distaccamento e 26 capisquadra. In questa struttura vi sono anche otto Coordinatori Operativi: figure con alta specializzazione per il coordinamento delle attività di estinzione che collaborano con il Direttore delle Operazioni di Spegnimento dei Vigili del Fuoco.

«La nostra compagine – spiega ancora Bassi – è inserita in una struttura a livello regionale, che ha una convenzione in essere con la Regione Piemonte per tutta l’attività di estinzione, prevenzione, monitoraggio degli incendi boschivi». L’attivazione degli interventi avviene tramite una sala operativa, collegata con i Vigili del Fuoco e la Regione Piemonte; rispetto a vent’anni fa l’AIB VCO dispone di squadre locali, quindi a livello anche comunale vi sono squadre AIB. L’uniformità di protocollo di interventi e l’intercambiabilità delle persone rende possibile andare anche a supporto di interventi in altre province della Regione. Esiste una procedura codificata uguale per tutti, sia per la formazione, sia per l’istruzione e il coordinamento dei volontari. La Regione Piemonte gestisce il coordinamento delle strutture a livello locale e fornisce direttamente il supporto dei mezzi aerei regionali (elicotteri).

Infine, fondamentale la funzione di coordinamento nella parziale estinzione in prossimità di abitati e baite, denominata “interfaccia”, gestita con i Vigili del Fuoco. Nella sinergia degli interventi, operano inoltre i Carabinieri Forestali, delegati all’attività di indagine e di accertamento.

«Il sistema dell’AIB – conclude Bassi – è molto elastico: se il personale, per incendi più grossi, non fosse sufficiente, grazie alla intercambiabilità dei ruoli su varie province, vengono attivati interventi anche dalle zone limitrofe. Durante l’incendio del 2016 in Vigezzo, vi era l’impegno di una media di 110 volontari tutti i giorni e quindi è stato fondamentale l’aiuto delle unità di altre province». In media, la squadra ogni anno svolge circa 120 interventi, per circa 2200-3000 ore di attività annue, e partecipa alle varie missioni attivate dalla struttura di coordinamento regionale o altri eventi gestiti dal dipartimento nazionale di Protezione Civile.

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