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Il Santuario di Boca è un’opera antonelliana che sorprende sempre per la grandiosa e solida mole di mattoni e granito. Lavoro encomiabile certo, ma non il primo ad essere costruito. Sono duecentocinquant’anni che il primo Santuario venne inaugurato, per la precisione il 3 maggio 1773. L’Antonelli non era ancora nato. Facciamo alcuni passi indietro nel tempo.

Tra boschi e gerbidi, era stata costruita un’edicola votiva che, come molte altre disperse nel territorio rurale, richiamava alla preghiera contadini e viandanti.
Particolare la cappelletta per l’immagine sacra inconsueta e per l’ubicazione poco discosta dalla strada che da Borgomanero portava in Valsesia.

E fu proprio questo punto di transito, a portare in zona le prime persone che ebbero la grazia dal Crocefisso. Da Grignasco arrivava una donna con il figlio epilettico, che lì ebbe una forte crisi epilettica, dalla quale si riebbe presto e proseguì il cammino, non senza che la madre ne diffondesse la notizia.
Successivamente, il mercante Giovanni Battista Curioni di Gallarate stava per imboccare la Traversagna, quando venne assalito dai briganti. Nello stesso momento, le campane del campanile dI Boca si misero a suonare, intimorendo i malviventi che lo lasciarono andare.

Per noi contemporanei e profani a sentire parlare di miracoli, si ha un sorriso di compatimento, anche perché è quasi impossibile provarli.
E invece in questo caso no.

Il Curioni è esistito davvero, a confermare quanto gli era accaduto. Lo testimonia il libro delle offerte: una tabacchiera d’argento, donata nel 1769 da lui per la costruzione del Santuario, e una copiosa offerta nel 1795, per rifare l’uscio della chiesa che era stata incendiata. Da aggiungere che don Giuseppe Alberganti, autore del primo libro sul Santuario, ne ebbe la prova da testimoni che riuscì a contattare.

Di sicuro la grazia del Curioni fece esplodere un’ondata di devozione, che portò rapidamente alla decisione di rendere la cappelletta più ampia, di erigerle di fronte una chiesa e di congiungerle con un portico.

A progettare la chiesa, fu don Gian Domenico Magistrino, maggiorese ma organista e maestro di servizio a Boca. La prima pietra venne posta il 16 agosto 1768 dal sacerdote bochese Saverio Bertazzola, mentre il parroco Antonio Cerri benediceva il Santuario il 3 maggio 1773, giorno della festa del ritrovamento della Croce. Le feste continuarono il 4, festa della Sindone, e si conclusero il 5 maggio con gran concorso di popolo.

Nell’ultimo periodo del Settecento, si ebbero altre quattro grazie che divennero molto più numerose nell’Ottocento e anche nella prima metà del Novecento. Ne sono prova i tanti quadretti votivi esposti in basilica.

E la chiesa? Alessandro Antonelli la inglobò nella basilica in attesa di una successiva demolizione, cosa che avvenne nel 1907.

E il portico? Secondo l’antonelliana visione, lasciò spazio alla chiesa rotonda, mancato scurolo che, con l’affresco settecentesco del Crocefisso, rimase al suo posto per volontà dei bochesi.

Il 250° di fondazione è quindi un anniversario fondamentale, che ha dato il via alla storia di fede poi di arte del Santuario.

Per questo motivo il Santuario, in collaborazione con il Club Unesco “Terre del Boca”, ha previsto un programma di eventi spirituali e culturali.

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