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Dopo l’ultima glaciazione – quella di Würm – terminata 11-12.000 anni fa, i ghiacciai, la cui fronte arrivava alla Pianura Padana, si ritirarono rapidamente verso quote più alte. Nel corso delle varie epoche storiche, questi hanno continuato a pulsare, rispondendo a distanza di anni alle temperature medie estive. Una importante regressione dei ghiacciai del Monte Rosa si ebbe tra l’XI e il XII secolo, quando arrivarono a essere meno estesi perfino rispetto all’epoca attuale.

Una ricostruzione grafica – affidabile – è stata realizzata da Marco Vallino sulla base di documentazioni storiche, anche precedenti all’epoca Walser. I ghiacciai dell’anno 1018 risultano effettivamente più ridotti rispetto al 2018. Intercalati da un 1798 in cui erano particolarmente estesi (del resto fu quella la fase più rigida della Piccola Età Glaciale).

Cosa potrebbe concludere il lettore guardando questa ricostruzione? “Ok, nel Medioevo i ghiacciai erano meno estesi, faceva più caldo di ora, i cambiamenti climatici attuali sono periodici. Questione chiusa”. No, non corriamo troppo. Dobbiamo considerare un fattore fondamentale: il tempo di esposizione dei ghiacciai al caldo. Faccio un esempio immediato e “domestico”: se metto un cubetto di ghiaccio in una stanza in cui la temperatura è attorno ai 10 gradi, in 10 minuti fonderà completamente. Se metto lo stesso cubetto di ghiaccio in un forno a 40 gradi, ma solo per pochi secondi, si danneggerà sensibilmente ma non fonderà completamente. L’esempio è volutamente estremizzato, ma con i ghiacciai funziona allo stesso modo.

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Luca Dal Bello, storico del clima e Validatore dei dati del Centro Meteo Lombardo

Luca Dal Bello, storico del clima e Validatore dei dati del Centro Meteo Lombardo

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