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La Chiesa di Santa Marta in frazione Doccio di Quarona ha riservato delle sorprese inaspettate durante i lavori di restauro di due opere, un Crocifisso e un dipinto su tela attualmente in fase di completamento nel laboratorio di Dormelletto della restauratrice Tiziana Carbonati.

Per interessamento di don Matteo Borroni il progetto ha avuto inizio nel dicembre del 2020 con l’iter burocratico per l’autorizzazione ai lavori, l’invio dei documenti all’Ufficio Beni Culturali della Curia, all’architetto Paolo Mira, poi trasmessa al MIC-Sabap-NO per l’opportuna approvazione, autorizzazione concessa dalla dottoressa Benedetta Brison, funzionario di zona e responsabile della direzione artistica. Per la realizzazione del progetto parte dei fondi necessari sono stati reperiti attraverso i bandi indetti dalle fondazioni: Cassa di Risparmio di Torino, di Vercelli e del Ministero della Cultura.

La chiesa di Santa Marta è stata eretta nel 1744 e terminata nel 1758, i confratelli di Santa Marta nel 1763 posero la pala d’altare entro la cornice dell’abside. La tela raffigura Santa Marta con San Carlo e la Vergine di grandi dimensioni che occupa il centro della scena, mentre allarga il proprio mantello per accogliere i confratelli inginocchiati.

Del dipinto si sono perse le tracce quando per le sue pessime condizioni era stata relegata e dimenticata in sacrestia, al suo posto, nella seconda metà del secolo XX è stato collocato un Crocifisso proveniente dall’antica Chiesa di San Bononio. Il Crocifisso è un’opera lignea policroma, di eccellente livello, il restauro ha richiesto delle indagini conoscitive propedeutiche all’intervento, il rilievo visivo in luce di Wood, le analisi chimico fisiche della materia pittorica ed infine l’esame al C14, determinante per collocare l’opera tra il 1431 e il 1525.

L’articolo integrale sul settimanale in edicola a partire da venerdì 10 marzo o consultabile on line direttamente da qui.

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