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Gli italiani riducono la spesa per gli alimentari, ma devono sborsare di più. Un paradosso. L’allarme è stato lanciato da Unione Consumatori su dati Istat, mentre Coldiretti stima che complessivamente le famiglie hanno dovuto spendere, da gennaio a giugno 2023, 4 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma il carrello è uscito più vuoto dai supermercati.

L’incremento dei prezzi dei prodotti alimentari è stato mediamente dell’11,2% in più, superiore al dato medio dell’inflazione scesa al 6,4%. Come dire che gli aumenti praticati non tengono conto dell’andamento inflazione, con una forbice che si allarga sempre di più. Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale, sottolineano che molti consumatori stanno facendo lo slalom, nel tentativo di aggirare gli aumenti: “In alcuni settori a pesare è la speculazione. – aggiungono – Nel caso del riso, che ha fatto registrare un aumento del 32,4 per cento dei prezzi al consumo, gli agricoltori denunciano per contro un crollo delle quotazioni nelle campagne, tanto da costringere la Coldiretti a disertare le borse merci in segno di protesta”. Come è avvenuto nellescorse settimane a Novara, in Piazza Martiri.

Nel comparto ortofrutticolo si registrano altri tagli agli acquisti: del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele mentre tra gli ortaggi sono crollati del 24% gli asparagi e del 20% quelli di radicchi. Già nel 2022 il consumo di frutta e verdura è risultato di mezzo miliardo di chili inferiore a quello dell’anno precedente con preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini.

Ma è lo zucchero a far registrare il maggior incremento dei prezzi al dettaglio (+46,6%). A pesare è la dipendenza dalle importazioni dall’estero da dove viene oltre l’80% di quello consumato in Italia.

L’articolo sul nostro settimanale in edicola venerdì 14 luglio con gli approfondimenti e le altre notizie dal territorio.

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