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Per il cimitero di Romagnano Sesia «non esiste un problema di sanità pubblica» bensì di «impermeabilizzazione» e per risolverlo «c’è bisogno di più di un intervento straordinario, il cui costo, da una prima stima, potrebbe aggirarsi sui 300 mila euro. Le risorse vanno trovate e stiamo lavorando per trovarle per intervenire su un luogo caro a tutti noi e alla cittadinanza, ma anche di grande valore storico». Così il sindaco di Romagnano Alessandro Carini replica al consigliere comunale della Lega Silvio Landolfa, il quale, per denunciare la situazione di degrado del camposanto comunale, ha presentato un esposto all’Azienda sanitaria locale di Vercelli, al Servizio di igiene e sanità pubblica e all’Agenzia regionale per l’ambiente.

Nel documento, il consigliere riferisce che «a seguito di segnalazioni da parte dei cittadini che si recano presso il cimitero comunale di Romagnano Sesia circa la fuoriuscita di liquidi a volte maleodoranti, percolanti dalle pareti dei loculi che crea ristagni sul pavimento in battuto di cemento e per la precisione nei corridoi sepolcrali dei lati nord e sud», lo scorso mese si è recato «personalmente presso il cimitero onde verificare quanto segnalato, constatandone l’effettiva esistenza e concretezza». Secondo Landolfa «esiste pure un problema legato alla sensibilità dell’amministrazione, che su una questione cosi delicata non può venire meno ai sentimenti di chi a perso i propri cari e comunque anche di chi frequenta un luogo carico di ricordi» e sostiene che «è necessario un intervento definitivo non procrastinabile».

Il sindaco, da parte sua, replica che «il consigliere Landolfa, ancora legato al passato, forse avrebbe voluto che ci fosse» un problema di sanità «al fine di portare alla chiusura anche del cimitero perché, al posto di segnalarlo al Comune o di presentare un’interrogazione, ha preferito fare un esposto all’Asl. Questa Amministrazione apre e cerca di mettere a posto, altri preferiscono far chiudere. Il problema della parte storica del camposanto è evidente anche perché tutti noi abbiamo dei propri cari sepolti in quelle aree».

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