“La compassione come esercizio di sinodalità”. Una spinta personale a sentire ciò che vive il malato, il fragile e il solo, che diventa un volano per coinvolgere e muovere la comunità. È il tema al centro della 59ª Giornata dell’Amicizia di Boca, che vedrà riunirsi presso il santuario antonelliano gli operatori della pastorale della salute e i volontari delle associazioni sociosanitarie, per un’occasione di incontro, preghiera e approfondimento.
A collaborare insieme per la giornata, l’Oftal, il Centro Volontari della Sofferenza, l’associazione Medici Cattolici e Idea Insieme – per a prima volta presente ufficialmente – che si occupa di accompagnare i degenti oncologici dell’ospedale Maggiore di Novara e del reparto cure palliative di Galliate.
L’appuntamento è a partire dalle 9.30, con in programma, nella mattinata, la relazione di Gianni Cervellera, teologo, docente in corsi per cappellani e operatori pastorali della sanità e coordinatore pastorale presso il Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio. Dopo il pranzo libero, alle 16 la messa con il vescovo Franco Giulio Brambilla. Icona evangelica che farà da filo rosso per l’intera giornata sarà la parabola del buon Samaritano, raccontata nel Vangelo di Luca.
«Abbiamo scelto il tema di questa Giornata dell’Amicizia – spiega don Michele Valsesia, referente diocesano per la pastorale della salute – lasciandoci guidare da un lato dal messaggio di quest’anno di papa Francesco per la Giornata del Malato e dall’altro proprio da quelle pagine del Vangelo».
Il nodo mette al centro anzitutto la dimensione personale. «Il Papa nel suo messaggio chiama con forza ciascuno a uno sguardo su chi vive una condizione di malattia – prosegue don Valsesia -. Ricordandoci come sin da subito possiamo fare qualcosa. Si tratta di passare dal “vedere” quel malato e quel sofferente, al domandarsi cosa si può “fare”».
E c’è una fragilità – che troppo spesso si accompagna alla malattia – per la quale chiunque può agire, «quella della solitudine: ognuno può fare qualcosa per lenire la condizione di solitudine di una malato o di un anziano».
Ma dalle scelte di ognuno si arriva al “camminare insieme”. «È significativo che nella parabola il samaritano coinvolga altri nell’aiutare il viandante aggredito dai briganti. È la compassione che diventa forza che muove la comunità e la società».
L’articolo, accanto a notizie dalla diocesi sul nostro settimanale – su tutte le edizioni – in uscita in edicola venerdì 26 maggio e disponibile anche online.