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La terza puntata della nostra rubrica dedicata al Giubileo della Speranza, “Anno di Grazia”. Un piccolo approfondimento e una breve meditazione sui temi che l’Anno Santo mette al centro del percorso della comunità ecclesiale, sulle sfide per tutta la società civile e su come ogni fedele può essere interrogato dalla “Speranza che non delude”.

La predicazione di Gesù a Nazaret secondo Luca (Lc 4,16-30) è l’unico passo in tutto il Nuovo Testamento a menzionare un anno giubilare e a metterlo in grande rilievo.

Il giubileo a Nazaret

Il terzo evangelista è il solo a riferire il contenuto della predicazione di Gesù nella sua patria, gli altri due si limitano a dire: «incominciò a insegnare nella sinagoga» (Mc 6,2; Mt 13,54). Luca, invece, racconta che Gesù «si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me…!» (Lc 4,16-18; Is 61,1). Ma Gesù nel leggere il testo di Isaia si ferma a metà dell’ultima espressione: «predicare un anno di grazia del Signore» (Lc 4,19; Is 61,2).
Subito dopo Gesù, restituendo il rotolo all’inserviente, afferma che proprio “questa Scrittura” si è adempiuta in quel giorno. L’espressione di Isaia “anno di grazia” (62,1) si rifà chiaramente al Libro del Levitico sull’anno giubilare (Lv 25,10-13). Gesù proclama a Nazaret un anno giubilare. Anzi mettendolo all’inizio del suo ministero gli dà un valore singolare. Tutta la sua missione va inserita in questa prospettiva.

Il giubileo di liberazione

Il modo in cui Luca cita Isaia presenta alcune particolarità. Dopo aver parlato di «proclamare ai ciechi il recupero della vista», Luca aggiunge: «rimettere in libertà gli oppressi», che si ispira a un altro passo di Isaia. Il giubileo consiste in gesti di liberazione: «sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo» (Is 58,6). Non si tratta più di “proclamare”, ma di “rimettere in libertà” effettivamente. Questo orientamento evangelico corrisponde alla comprensione del Giubileo in Lv 25,10: «Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo».

Il termine ebraico yôbel non è stato trascritto in greco, come lo è stato nel latino della Vulgata (jubilaeus) e in altre lingue, ma è stato tradotto “liberazione” (Lv 25,13), o “anno di liberazione” (Lv 25,10) o ancora “segnale di liberazione” (Lv 25,11-12). Questa liberazione era anzitutto per gli schiavi ebrei, ma comprendeva anche la remissione dei debiti. Era prescritta per ogni settimo anno (cf Dt 15,1-3,12; Ger 34,13-14), ma in modo speciale dopo sette volte sette anni, cioè nell’anno del giubileo. Il Vangelo riprende con insistenza questa prospettiva per caratterizzare la missione di Gesù.

Il giubileo secondo Gesù

Vi è un’altra particolarità della citazione di Isaia in Lc 4,18-19. Gesù sospende la lettura del profeta a metà del versetto: cita soltanto «un anno di grazia del Signore» e tralascia «un giorno di vendetta del nostro Dio» (v.19). L’oracolo di Isaia prevedeva due aspetti dell’intervento di Dio, il primo di liberazione per il popolo ebreo, l’altro di castigo per i suoi nemici. Qui Gesù mostra che la sua missione rivela solo il volto misericordioso di Dio: a) il messaggio di Gesù non ha niente di negativo; b) ha implicitamente un’apertura universale.

Gesù toglie ogni ambiguità al volto di Dio: è il Signore della misericordia, che si fa prossimo nell’oggi di Gesù. Egli guarisce i lebbrosi, fa udire i sordi, fa vedere i ciechi, libera i prigionieri, porta la pecorella ferita, accoglie i peccatori, dà speranza ai pubblicani, include le donne, trasforma il cuore e la vita dei poveri e degli umili. Il giubileo secondo Gesù colora tutta la sua azione e le sue parole: Gesù è qui e ora l’“anno di grazia” del Signore!

Anche noi, ogni venticinque anni, dobbiamo tornare alla fresca sorgente del giubileo di Gesù nella vita personale, nella famiglia, nelle comunità, nel paese e tra le nazioni del mondo. Guardiamo al mondo di oggi: non deve fermarsi per cambiare passo ed entrare nel “roveto ardente” del giubileo secondo Gesù?

Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara

L’articolo integrale, con altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara, si può trovare sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 11 aprile. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente qui.

Tutti i testi della Rubrica sul Giubileo sono raccolti nella pagina dedicata.

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