Per una Novara a misura di bambino occorre la collaborazione di tutti: associazioni del terzo settore, servizi del Comune, servizi assistenziali e sanitari.
E questo, in città, sta avvenendo.
La dimostrazione è quanto emerso, sabato mattina 25 febbraio, all’Arengo del Broletto, alla tavola rotonda “0-6 Costruire una città a misura di bambino e famiglie”.
Una mattinata in cui sono stati esposti dati, analisi e c’è stato un confronto per il futuro.
Un convegno che ha illustrato come funziona il sistema di servizi e tutele per la primissima infanzia e che ha evidenziato, ancora una volta di più, come le associazioni del territorio forniscano un apporto fondamentale.
A promuovere l’appuntamento il Centro per le famiglie, il Comune, il Centro servizi per il territorio di Novara e Verbano Cusio Ossola e OrientaMente, con il patrocinio di Regione e contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo.
«Il tema di oggi – ha esordito il sindaco Alessandro Canelli, nel suo saluto – è importante per noi dell’Amministrazione comunale. Abbiamo ottenuto importanti risorse per il settore 0-6 anni e non solo. Novara ha già messo le basi per fornire servizi importanti per l’infanzia».
Il primo cittadino ha riferito dell’arrivo di tre nuovi asili nido grazie ai fondi del Pnrr, «uno in via Fara, uno a Sant’Agabio e un altro in via Monte San Gabriele».
L’assessore all’Istruzione e alla Gentilezza, Giulia Negri: «una mattinata per i nostri bambini. Intanto grazie a voi tutti, educatori, psicologi, assistenti sociali, persone speciali, che vi occupate dei nostri bimbi».
Ad aprire la serie di interventi, moderati da Elena Deambrogio, addetto stampa del Cst, Maria Mattioli, pedagogista dell’Unità Progetti Educativi del Comune, che ha fornito una serie di numeri e numerosi spunti su cui riflettere.
I bimbi tra gli 0 e i 6 anni a Novara sono 4.600, 1.312 di origine straniera. Tra il 2011 e il 2016 erano 5.242, dei quali 1.257 stranieri. Una conferma di come anche Novara non si discosta dal resto del Paese e registri un minor numero di nati. Crescono, invece, i bimbi stranieri.
«Per i piccoli sono molti i progetti e i servizi pensati nelle scuole – ha aggiunto – a partire da “Nati per leggere”. Ora stiamo lavorando a far partire “Nati per la musica”. E poi iniziative di sostegno alla genitorialità, laboratori, progetti e molto altro».
Coinvolti nei progetti e in ciò che si punta a fare per Novara sempre più a misura di bambino, seguendo anche la carta 0-6, bambini, famiglie e comunità educante.
Tra gli interventi della mattinata anche quelli di Simona Sironi, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini, Anna Sironi, psicologa dell’associazione OrientaMente, Renata Brigatti, direttore della Neuropsichiatria dell’Asl Novara.
E ancora Tamara Magaddino, dei Servizi educativi del Comune.
A tirare la fila della mattinata, in un confronto per una Novara a misura di bambino, Daniele Giaime, presidente del Cst.
«Il ruolo delle associazioni, del nonprofit – ha detto – è molto importante. Contribuiscono alla costruzione della rete sociale, con lo scopo di accrescere il benessere delle famiglie e dei più piccoli».
E ancora: «Con altre realtà abbiamo attivato lo Spazio fragilità, che fornisce informazioni, sostegno e servizi ad anziani e disabili. Un progetto che ha dato vita anche a due tavoli di incontro che si ritrovano periodicamente. La voce del volontariato è forte e può fare molto anche per i bimbi. E molto già sta facendo».
A dimostrarlo l’elenco delle associazioni e dei progetti attivati. «Tra le nostre realtà – ha riferito Giaime – abbiamo “Sbulloniamo Insieme”, che opera molto nelle scuole, a contrasto del bullismo. E che sta portando avanti un progetto sulle emozioni. Il team dell’associazione lavora sui bimbi dagli 8 anni. Ma, e questo è quanto emerge, molte scuole hanno chiesto a “Sbulloniamo” di partire anche prima, perché sono preoccupate dall’abbassarsi dell’età che vede episodi di bullismo».
Chiedono, quindi, di agire «anche sui bimbi dei 6 anni e anche di età più piccola. Un progetto pilota sulle emozioni molto importante».
E poi «l’associazione Porte Aperte, con incontri su genitorialità, su percorsi di arricchimento famigliare, sulle relazioni in famiglia, le nostre associazioni attive in ospedale, Abio, Neo-N e Ugi contro i tumori nei bambini. Senza dimenticare Anffas e Angsa per i piccoli con disabilità e l’associazione Enrico Micheli, sempre per l’autismo come Angsa».
Proprio da quest’ultima un feedback su cui pensare per progetti e quant’altro. Su 230 utenti, 100 rientrano nella fascia 0-6 anni. O ancora l’Anfaa, «che si occupa di adozioni e affidi e che ci ha girato una sua relazione, che ora forniremo al Comune».
Associazioni che proseguono con “Il Timone”, Mani operose attiva a Sant’Antonio, che segue molte famiglie dove tanti sono i bimbi tra gli 0 e i 6 anni; Cassiopea per il sostegno scolastico, l’Agd, l’Associazione per l’aiuto ai giovani diabetici.
«Sempre – ha concluso Giaime – a sostegno dei nostri bambini».
La tavola rotonda ha aperto un ciclo di incontri sul tema, che proseguirà venerdì 24 marzo e ancora sabato 15 aprile.