La patronale di San Giovanni, lo scorso fine settimana, ha offerto la cornice ideale per accogliere la delegazione di Saint Marcel, che ha ricambiato la visita del gruppo romentinese in terra francese effettuata a novembre.
Si riprende così un forte legame che unisce le due cittadine dal 1985, una storia comune culturale, enogastronomica e sportiva.
Ad attendere gli amici d’oltralpe venerdì sera, tanti romentinesi protagonisti del gemellaggio già nei primi incontri tra le comunità.
Anche in questa occasione, molti hanno rinnovato lo spirito originario dello scambio tra famiglie: chi non ha potuto mettere a disposizione la propria abitazione ha chiesto ad altri concittadini di farlo.
Gabriella e Aleardo Porzio hanno coinvolto l’amica Tiziana Fallarini che racconta: «Sono molto contenta: vivo da sola e i momenti in compagnia di Marie Thérèse e di Bernard, la nostra colazione insieme, sono stati una bella esperienza. La signora conosce un po’ di italiano, ma non è stato difficile capirsi anche con il marito. Mi sono già prenotata per l’anno prossimo: oltre a loro, ospiterò altre persone».
Un entusiasmo che ha contagiato tutti i partecipanti.
Sabato, il gruppo ha visitato con una guida turistica il centro di Novara alla scoperta dei monumenti principali, e ha raggiunto le cantine Rovellotti di Ghemme per degustare vini e prodotti tipici locali.
Pranzi e cene – con proposte della tradizione italiana – sono stati curati dalla Pro Loco, che ha invitato i francesi anche alla “Cena sotto le stelle”.
Domenica, dopo la Messa e la processione, il momento istituzionale con il rinnovo del patto d’amicizia.
«É significativo che in un momento difficile per l’Europa, con la guerra, la fratellanza inizi dal basso, dai piccoli Comuni» ha osservato il sindaco Marco Caccia alla firma.
«Gli incontri migliori sono quelli non programmati», ha aggiunto il sindaco di Saint Marcel Raymond Burdin, ricordando la partenza del gemellaggio su proposta della sezione Avis.
A distanza di anni, il pensiero va alle persone che hanno creduto nella forza dell’amicizia e nella ricchezza delle relazioni, come la romentinese Maria Pia Paglino, scomparsa l’anno scorso. Ne ha raccolto l’eredità il consigliere Catia Canna, che ha concluso commossa: «Mi ha insegnato tante cose. Capisco ora che gemellaggio significa fraternità e condivisione, quella di un abbraccio e di una stretta di mano».
L’augurio di Paolo Monfroglio – e sul versante francese di Jean Claude e Francette – è che i giovani siano capaci di lasciarso coinvolgere.