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Non così noto come il celebre Santuario accanto a cui sorge, il Sacro Monte di Oropa è un piccolo ma suggestivo scrigno d’arte e devozione che va riscoperto e apprezzato, così da sottrarlo al pericolo costante di un’immeritata damnatio memoriae.

L’avvio dei lavori di edificazione del complesso – il più alto Sacro Monte esistente, posto com’è a poco più di 1200 metri d’altitudine – si data al 1620 (anno della prima incoronazione della statua della Madonna nera) e si deve alla volontà del vescovo di Vercelli, Giovanni Stefano Ferrero, in quegli anni impegnato nel rinnovamento della basilica del Santuario, già da lungo tempo meta di numerosi pellegrini. Il nuovo Sacro Monte, dedicato alla vita della Vergine, andò dunque configurandosi quale ulteriore tappa nel percorso di preghiera e riflessione mariana che i viandanti compivano giunti a Oropa. In contemporanea dunque con le trasformazioni in atto al Santuario, che andava così articolandosi nei tre attuali chiostri, il complesso sacromontano iniziò a prender forma grazie anche al sostegno dei duchi Amedeo IX di Savoia e Carlo Emanuele I, che impegnarono in tale impresa i più valenti architetti di corte, tra i quali Francesco Conti, attivo dall’avvio del cantiere sino al 1639 circa. Nei decenni successivi e fino alla prima metà del Settecento si procedette all’edificazione delle cappelle, dalle linee architettoniche asciutte ed essenziali, lavori ai quale contribuirono le diverse comunità del Biellese, che si prodigarono con slancio e generosità.

Vennero così realizzate le dodici cappelle che costituiscono ancor oggi il percorso di visita del complesso oropeo, adagiato al fianco del Santuario e immerso nella più viva natura. I primi nove edifici si dispongono a zig zag senza che vi sia alcun percorso tracciato a congiungerli; il visitatore procede in dolce salita, camminando direttamente sul soffice manto erboso. Dalla decima cappella invece prende avvio un vero e proprio sentiero che, reso un po’ più impegnativo dall’aumentare della pendenza, conduce sino alla vetta del colle Oretto, ove si trova l’ultima cappella, dedicata all’Incoronazione di Maria (n. 12), detta anche del Paradiso. Si tratta della prima a essere stata edificata, su progetto del già menzionato Francesco Conti, per volere della comunità di Biella.

La struttura, con pianta a croce greca, sorprende per la monumentalità e la severità delle forme, nonché per la complessità del suo allestimento interno, al quale s’adoperarono tra il 1633 e il 1639 Giovanni d’Enrico, il più grande plasticatore del Sacro Monte di Varallo, il fratello Melchiorre e il fido collaboratore Giacomo Ferro. A rappresentare il quinto Mistero gaudioso vi sono ben 156 statue, disposte scenograficamente su più livelli; tra queste, gli angeli musicanti disposti sulla sommità, tutt’intorno alla Vergine che viene incoronata dalla Trinità, reggono tra le mani veri strumenti musicali seicenteschi oppure copie fedeli realizzate in legno o terracotta.

Oltre ai fratelli d’Enrico, furono attivi al Sacro Monte di Oropa anche i plasticatori settecenteschi Carlo Francesco e Pietro Giuseppe Auregio, i quali, oltre ad allestire le nuove cappelle, provvidero a sostituire alcune delle statue più antiche, e il pittore Giovanni Galliari. A questi due ultimi artisti spetta l’allestimento della cappella raffigurante la Dimora di Maria al Tempio (n. 4), restaurata tra il 2017 e il 2019. Si tratta di una delle scene narrativamente più articolate e dinamiche, in cui la Vergine, per usare le parole di Samuel Butler in Alpi e Santuari, volume edito nel 1881, è raffigurata mentre sta “completando la sua educazione come capogruppo in un’accademia di distinte signorine”; intorno a lei infatti si dispongono numerose fanciulle impegnate nella lettura e nel cucito. Insomma, un brano di vivace realismo e schietta quotidianità, una finestra spalancata su di un passato animato e vivace, capace ancor oggi di porsi in suggestivo dialogo con la contemporaneità.

Francesca Giordano, Presidente dell'Ente gestione Sacri Monti del Piemonte

Francesca Giordano, Presidente dell’Ente gestione Sacri Monti del Piemonte

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