Brutto colpo per le speranze della città di avere il completamento della tangenziale entro il 2024. A bloccare il percorso di realizzazione della strada è la procura di Milano che ha dato esecuzione al sequestro del cantiere nel contesto di un’operazione sul traffico illecito di rifiuti perpetrato da due aziende, una del torinese e una lombarda.
La vicenda ha preso le mosse dalle indagini svolte dai carabinieri Forestali di Milano e di Lodi e dalla Guardia di Finanza di Milano, che con il coordinamento dalla Procura-Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito un sequestro preventivo di oltre 8 milioni di euro, che sarebbero il frutto di un traffico illecito di rifiuti.
«Circa 250 mila tonnellate di rifiuti speciali – spiega la procura – erano stoccate all’interno del sito sequestrato in violazione della legislazione ambientale vigente e fuoriuscivano dal sito senza aver subito un trattamento adeguato e conforme alla legge». I materiali, una moltitudine di rifiuti mescolati tra loro, costituiti prevalentemente da materiale terroso e accompagnati da una mendace Marcatura CE, non correttamente trattati dagli impianti delle due aziende sarebbero finiti in larga parte alle imprese al lavoro sul cantiere di Novara. Di qui il sequestro del cantiere «al fine di verificarne la condizione ambientale e strutturale».
Le accuse, vanno dalla frode nelle pubbliche forniture alla truffa aggravata ai danni dello Stato che avrebbero consentito illeciti profitti pari a circa 4,2 milioni di euro, all violazione normativa ambientale nell’ambito dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti. Per i fatti sono ora indagate a diverso titolo sette persone, tutti cittadini italiani residenti in Lombardia e Piemonte.
Anas da parte sua ha rilasciato un comunicato con il quale si dichiara «parte lesa» ed « esprime piena fiducia nell’operato della Magistratura e sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti, oltre a garantire, su disposizione della stessa Magistratura, la custodia giudiziaria delle aree di cantiere»
Aspetto giudiziario a parte la preoccupazioni in chiave novarese sono essenzialmente due: la sicurezza e la salubrità del terreno di riempimento usato per la costruzione del terrapieno della tangenziale e i tempi per il completamento.
Dopo l’affidamento dei lavori nel 2017, il cantiere (valore 96 milioni di euro per cinque Km di percorso) era partito per lungaggini burocratiche nel giugno del 2020 e dovrebbe concludersi dopo il recente annuncio di slittamento a metà 2024. Tempistiche che a questo punto se verrà confermato il blocco da parte della procura di Milano sono certamente destinate ad allungarsi ben oltre.