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Taglio del nastro per la rinnovata RSA “Casa di servizio per gli anziani e la comunità della Valle Antrona”, di Montescheno, in Frazione Sasso. «Sono ormai due anni dall’inizio di questi lavori che sono stati impegnativi – dice Simonetta Valterio, direttrice della struttura – avremo diciassette posti letto in più: la casa a breve potrà accogliere quaranta anziani non autosufficienti. Abbiamo voluto dare una risposta soprattutto agli anziani della nostra valle, perché crediamo che rimanere nei propri territori e vicino ai propri affetti sia importante; per gli ospiti che invece vengono da più lontano abbiamo voluto fornire un luogo accogliente e adeguato alle esigenze di tutti».

I lavori

La Casa è stata oggetto di interventi di ampliamento e ristrutturazione: è stata creata una nuova struttura collegata a quella storica, anche con locali di servizio, una palestra e una piccola chiesa. Riccardo Gallone, Francesco Sarazzi e Andrea Forni sono gli architetti che hanno lavorato a questo progetto, a partire dal 2020. Gli interventi sono stati resi possibili grazie alla sinergia tra la Parrocchia dei Santi Giovanni e Carlo di Montescheno, la comunità della Valle Antrona e la Cooperativa la Bitta. L’opera completa è costata alla Cooperativa circa due milioni e duecentomila euro: il costo è stato finanziato con fondi propri (la Parrocchia è riuscita ad accantonare somme importanti che hanno consentito l’avvio del progetto) e con l’accensione di un mutuo bancario da parte della Cooperativa per un milione e duecentomila euro che verrà rimborsato in diciotto anni; fondamentali sono stati Interreg Pallium (sostenitore di un progetto per le cure palliative), Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria VCO con un bando emblematico provinciale, Banca d’Italia nonché le donazioni da privati, del Gruppo Guzzi Friends Beura e di tanti altri enti presenti sul territorio: l’impegno di enti e privati ha consentito di raccogliere cinquecentomila euro.

Il taglio del nastro

Dopo il taglio del nastro, sabato 25 febbraio, si è tenuta la benedizione da parte di don Massimo Bottarel. Era presente anche l’autorità di gestione Interreg Italia Svizzera, rappresentata da Paolo Balzardi, e la Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria del VCO, rappresentate da Francesca Zanetta. È stato presentato il progetto di arte relazionale, realizzato con gli ospiti e il personale della struttura, e l’inaugurazione ha visto lo svelamento dell’opera d’arte, simbolo della Casa. Antonio Spanedda, Simonetta Valterio, Cristina Barberis Negra e il fotografo Lorenzo Camocardi hanno diretto e realizzato i lavori artistici: «Con entusiasmo abbiamo organizzato dei laboratori, coinvolgendo gli operatori e gli ospiti della struttura – spiega la comunicatrice Cristina Barberis Negra, coinvolta da Simonetta Valterio, nel progetto – e tutti hanno potuto esprimere cosa rappresenti per loro questa Casa: tutti gli interventi  sono confluiti in un’opera d’arte condivisa, realizzata con l’artista Antonio Spanedda e con Lorenzo Camocardi, fotografo vide operatore».

L’artista novarese, sardo di origine, Antonio Spanedda spiega: «Un progetto come questo affronta argomenti relazionali, di incontro con gli operatori e le persone ospiti di questa casa». Presenti all’inaugurazione i gruppi della valle, gli alpini e tanti volontari presenti. Simonetta Valterio ha spiegato che questa struttura nasce nell’idea e nel cuore della parrocchia di Montescheno: negli anni Ottanta era parroco Don Antonio Visco, il quale, con la nota lungimiranza, aveva già valutato che l’asilo infantile non sarebbe più stato necessario in futuro, per l’invecchiamento della popolazione, e ha iniziato a ristrutturare gli ambienti per renderli adatti per realizzare una casa per anziani.

La Casa è di tutta la comunità

Il progetto di Don Visco è stato lungimirante anche perché la Casa è stata ideata come un luogo di comunità: un centro sempre impegnato anche a favore della popolazione anziana risiedente nelle proprie case, con interventi come la consegna di pasti e la possibilità di avere piccoli servizi presso la struttura. Si tratta quindi di un aiuto legato al territorio. Un territorio come l’Ossola, per il quale il vicario episcopale don Vincenzo Barone, ha chiesto poche settimane fa agli amministratori maggiore attenzione per quanto riguarda il futuro della sanità.

È anche un importante punto occupazionale per la Valle: ad oggi dà lavoro a ventisei persone, arriveremo a trentacinque non appena saremo a pieno regime» prosegue Valterio. Dario Ricchi, sindaco di Montescheno: «Una giornata importante per tutta la comunità di Montescheno, significa dare una sicurezza agli anziani della valle Antrona».

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