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Una macchina per diagnostica di ultima generazione, la più innovativa e avanzata ad oggi disponibile: è il FibroScan 630 donato dalla Fondazione Banca Popolare di Novara all’ambulatorio di Epatologia della Struttura Complessa di Medicina Interna 1, diretta dal prof. Mario Pirisi presso l’Azienda Ospedaliera novarese.

L’arrivo del dispositivo medico, capace di verificare alcune delle principali patologie del fegato riducendo di molto il ricorso alla biopsia, è stato presentato oggi alla sede storica della Banca Popolare come «una bella storia che continua la tradizione della BPN vicina alla popolazione e alle sue esigenze – ha sottolineato il direttore responsabile della Divisione BPN, Massimo Marenghi in conferenza stampa – e che ritorna al territorio ciò che il territorio consegna a noi come istituzione».

«Per la nostra scelta, facciamo riferimento a chi comprende le esigenze, come il direttore generale dott. Gianfranco Zulian – ha dichiarato il presidente della Fondazione BPN Gianfranco Zanetta – e a chi ha la visione del reparto, in questo caso il prof. Mario Pirisi. Diamo il nostro contributo a chi sa utilizzare il macchinario e  soprattutto sa accudire il paziente con affetto».

Il Fibroscan permette in particolare di misurare il fegato grasso e di stratificare il rischio di complicanze. Si tratta di un problema sanitario «che interessa almeno il 25% della popolazione, in Italia – ha spiegato dal professor Pirisi, che ha illustrato la grande opportunità legata all’utilizzo del FibroScan 630i – Oggi curiamo benissimo l’epatite C, evitando quasi del tutto il radicarsi dell’infezione. In futuro, la malattia da fegato grasso, anche non alcolico,  sarà sempre più diffusa, ma abbiamo tanti mezzi per la diagnosi e le cure per impedirne l’evoluzione in malattia cronica e cirrosi».

La presentazione del fibroscan

Uno dei vantaggi è la riduzione dell’invasività del processo diagnostico. Si tratta infatti di una sorta di ecografia, che permette di ridurre decisamente il numero di biopsie in pazienti con epatopatia così che «Se una volta – ha detto il professor Pirisi – il paziente viveva con particolare sofferenza la tecnica invasiva della biopsia epatica, ora siamo fortunatamente alla terza generazione delle metodiche, con lo sviluppo della elastografia transiente».

In 3 minuti il FibroScan 630 darà informazioni rapidissime e dettagliate, attraverso un minimo contatto e in maniera assolutamente indolore.

«Siamo gli unici a disporne, in Piemonte», ha puntualizzato la prof.ssa Cristina Rigamonti. «L’enorme regalo al nostro laboratorio epatico consente di predire il rischio e seguire più strettamente il paziente affetto da epatopatia cronica, e offre quindi un alto valore prognostico». Si rafforza così la posizione di leadership dell’ospedale di Novara struttura novarese, che ha assunto nel tempo un ruolo di leadership non solo regionale ma nazionale

La donazione del Fibroscan rappreenta un nuovo importante risultato di quella intuizione felice che negli anni ha portato la Fondazione a destinare circa 7 milioni di euro al settore sanitario, alla scienza e alla cura della persona.

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