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«Il Pd è diventato un partito massimalista che non fa sintesi e che non dialoga». Sono queste le ragioni per le quali Enrico Borghi, deputato Pd eletto nella provincia del Vco ma di fatto unico rappresentante del partito nelle due nostre province, ha deciso di abbandonarne le fila.

L’annuncio è arrivato, parzialmente a sorpresa, con una lunga intervista rilasciata a Repubblica in edicola mercoledì mattina.

Si può parlare di sorpresa parziale perché Borghi si era schierato apertamente per la mozione di Stefano Bonaccini poi sconfitto (anche tra Novarese e Vco) nel decisivo turno finale per la segreteria da Elly Schlein.

Alla Schlein Borghi nel corso delle ultime settimane non aveva mancato di far arrivare critiche e frecciate. Solo pochi giorni fa, a metà aprile, aveva rilasciato sempre a Repubblica un’intervista nel contesto della quale lamentava «la finalizzazione dell’operazione OccupyPD, attuata con il 33% degli iscritti e il 53% degli elettori».

Ora il deputato ossolano ha deciso di abbandonare il partito a fronte della constatazione di quella che definisce una sua mutazione genetica «che si intravede dalle prime scelte della Schlein: da partito riformista a partito massimalista di sinistra» .

Le preoccupazioni di Borghi, che proprio ieri era a Domodossola per la festa del 25 Aprile, si concentrano in particolare «sui temi della sicurezza e della difesa, dei cattolici e dei democratici, di una necessità di una sintesi tra culture. Su questi argomenti non ho ricevuto alcuna risposta e come sappiamo in politica i silenzi contano più delle parole pronunciate. Invece ho sentito parole chiare su un altro versante, e cioè sull’utero in affitto: la segretaria del Pd si è detta favorevole contando, bontà sua, di parlarne con il partito che guida. In questo passaggio ci sono gli elementi della mutazione. C’è un percorso di omologazione culturale, dettata da poteri esterni, che parla di deboli e poi agevola lo sfruttamento proprio dei più deboli».

Borghi ha già anche scelto dove andare: confluirà in Italia Viva di Matteo Renzi dando il suo contributo per la costruzione di un polo centrista «C’è bisogno di rappresentanza politica e non più di personalismi», in particolare, dice sempre Borghi è necessario impedire «che vada in porto il progetto di Giorgia Meloni di lanciare una OPA sui moderati italiani. Se non si organizza uno spazio politico la presidente del consiglio si prenderà un pezzo di mondo riflessivo e cattolico».

Il Partito Democratico del Vco ha inviato un comunicato con il quale si dichiara «sorpreso e amareggiato per l’annuncio nei modi e nei contenuti. Non possiamo non sottolineare che questa scelta lede fortemente il rapporto fiduciario costruito tra gli elettori e le elettrici del nostro collegio che hanno votato il Senatore Borghi come capolista del Partito Democratico».

La scelta secondo il Pd sarebbe «frutto non di un percorso condiviso con altri, ma di una scelta individuale» e bolla le giustificazioni addotte su «una presunta posizione attuale del PD “massimalista” o addirittura “estremista”, come evidenti forzature. Il Partito Democratico ha scelto, con l’elezione del nuovo gruppo dirigente, di caratterizzarsi maggiormente su alcuni temi come lavoro, ambiente, diritti ecc., ma rimane, sempre e comunque, una casa in grado di accogliere e far vivere al suo interno le varie anime del centro sinistra che hanno animato il PD, a partire da quella riformista e cattolica.

Su questo – chiude il Pd del Vco – continueremo ad impegnarci come gruppo dirigente del Verbano Cusio Ossola, per una comunità che rimane forte e solida»

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