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Oggi pomeriggio, venerdì 26 gennaio, davanti a Palazzo Cabrino, sede del Comune di Novara, sit-in per Ahmadreza Djalali, ricercatore del Crimedim (Centro interdipartimentale di ricerca e formazione in Medicina dei Disastri, Assistenza Umanitaria e Salute Globale) e cittadino onorario del capoluogo.

Il ricercatore si trova rinchiuso in carcere da quasi 8 anni e le sue condizioni di salute non sono buone.

Novara, dove il ricercatore ha a lungo lavorato (era insegnante di Medicina dei Disastri), tiene viva la fiammella di speranza e per questo ha aderito al sit-in promosso dal gruppo di Amnesty International di Novara.

Djalali, di nazionalità svedese e iraniana, è sottoposto a detenzione in Iran dal 2016 e rischia fortemente
“di essere messo a morte – spiegano da Amnesty International – per rappresaglia”.

Comune e Regione Piemonte prepareranno, inoltre, come riferisce il sindaco Alessandro Canelli, che ha partecipato all’iniziativa, un documento da condividere nei rispettivi consigli e che verrà poi inviato al Ministero degli Esteri.

Novara, dunque, non si arrende e con il sit-in conferma la piena solidarietà alla famiglia di Ahmadreza e allo stesso ricercatore.

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