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«Ci chiedono soprattutto generi alimentari: farina, zucchero, latte per bambini, olio e riso. Ma anche detersivi e prodotti per l’igiene. Ogni mercoledì passano al nostro centro di distribuzione mamme con bambini. Almeno un centinaio le famiglie che aiutiamo».

A parlare, facendo il punto della situazione a un anno dall’inizio della guerra, è Larysa Tkachuk, ucraina, dal 2009 in Italia con la famiglia, volontaria dell’associazione “Holos” (“La voce” in ucraino) e della Caritas della parrocchia della Natività di Maria Vergine a Novara, affidata a padre Ivanyuta. Il centro di distribuzione è nei locali della palazzina dei vigili in largo don Minzoni a Novara.

“Holos”, invece, che ha per presidente proprio padre Ivanyuta e per vicepresidente Mariana Slobodian, è stata ideata poco dopo l’avvio del conflitto per far fronte alle necessità delle famiglie in fuga. «Non appena c’è stato l’attacco russo al mio Paese – racconta Tkachuk – mi sono messa a disposizione. Voglio fare tutto quello che posso per aiutare i miei connazionali».

Dopo i primi mesi dallo scoppio della guerra nei quali si è accesa una vera e propria gara di slidarietà, oggi si fa fatica a raccogliere donazioni.

«Spesso capita che non abbiamo nulla da dare – spiega – Qualcuno porta qualcosa, per aiutarci, ma non sono più di quattro persone: ci donano prodotti e generi alimentari per sostenere le famiglie. Dobbiamo acquistare ciò che occorre ai nuclei famigliari che a noi si rivolgono, prodotti che poi distribuiamo. Ci capita anche di consegnare vestiti, soprattutto per i bambini».

L’articolo, accanto alla testimonianza di una famiglia e all’intervista a padre Ivanyuta, sul nostro settimanale in edicola venerdì 24 febbraio e disponibile anche online.

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